Caro Sindaco, i manganelli lasciamoli agli altri

Caro Sindaco, sulla legalità hai detto che si verificherà (nei tempi e nei modi da te stabiliti) chi è dentro o fuori dalla coalizione. Nonostante vi siano all´interno della stessa diverse sensibilità che democraticamente si debbono poter esprimere e sulle quali si può dissentire. Noi ti abbiamo risposto che la discussione in termini astratti ed assoluti non ci interessa.

Per noi è dirimente l´agire della giunta (di cui facciamo parte a pieno titolo). Noi vogliamo che si diano risposte inclusive ai bisogni vecchi e nuovi dei settori più deboli. Però, noi che siamo comunisti gentili ed educati, crediamo sia giusto che tu sappia, e soprattutto lo sappia la città, cosa pensiamo. Noi pensiamo da sempre che le leggi rappresentino anche i rapporti tra i vari segmenti sociali esistenti e che l´equilibrio mutevole ed in continuo divenire di questi rapporti, determini lo sviluppo della società e la modifica delle norme stesse. Per noi la legalità è nient´altro che la definizione in norme dei diritti che man mano si sviluppano in una società in continua trasformazione e che non sempre giustizia e regole coincidono. Per noi si deve sempre privilegiare la giustizia (quando la legalità fissa una ingiustizia, è giusto o no disobbedire?). La storia del movimento operaio non è altro che una serie di rotture della legalità esistente in un determinato momento storico. Illegali erano i partigiani fucilati come “banditen”. Illegali erano le donne quando ricorrevano all´aborto clandestino, prima del 1978, ed i contadini quando occupavano le terre dei latifondisti. E vorrei ricordarti che nel 1970 uscì un libro scritto da Fim-Fiom-Uilm il cui titolo era “Repressione!” (pensa, l´introduzione era dell´oggi moderato Giuliano Cazzola!) in cui si scriveva che i reati per cui erano state elevate oltre 14.000 denunce contro dei lavoratori durante i rinnovi contrattuali, riguardavano lesioni personali, devastazioni e saccheggi, sequestri di persona, detenzioni abusive di armi da guerra comuni o di esplosivi, violenze private, blocchi ferroviari… Non sembra anche a te che tutto ciò assomigli molto a quanto avviene oggi? Molti diritti sindacali e politici di oggi erano vietati dalle leggi esistenti e la pratica diretta di quei diritti negati ha permesso che essi fossero poi acquisiti da nuove leggi e statuti. Ma vorremmo porre all´attenzione anche il modo con cui vengono oggi utilizzate parole come “legalità” e “degrado. Crediamo che utilizzare questi termini come categorie assolute rischi di far percepire ai cittadini l´esistenza di un´unica soluzione ad un unico problema. Al contrario non si possono mettere assieme i senza dimora, i padroni di cani che non ne raccolgono le feci e gli spacciatori. Non si possono mettere assieme i precari costretti ad occupare case lasciate colpevolmente sfitte o i lavoratori in nero che vivono nelle baracche (resi clandestini dalle leggi Turco-Napolitano e Bossi-Fini), con le organizzazioni criminali mafiose, definendoli tutti “portatori di illegalità”. A proposito, sei per la chiusura dei Cpt? E´ sbagliato ergersi a tutori dell´ordine pubblico e della sicurezza senza averne le prerogative ed anche le capacità: emblematico appare l´intervento di distruzione delle baracche sul Lungoreno. I fatti dimostrano che non è stato né giusto, né utile, né efficace, poiché in quello stesso giorno le baracche sono state immediatamente ricostruite. Sia chiaro, noi vogliamo che nessuno viva nelle baracche ma prima di abbatterle occorrono alternative. Pensiamo che uno degli elementi di distinzione tra la destra e la sinistra sia saper spiegare a tutti la complessità della nostra società; saper distinguere, all´interno dei problemi che la attraversano di continuo, le differenze e le specificità; lavorare, con la partecipazione dei cittadini, allo sviluppo dell´inclusione, della comprensione reciproca, della democrazia, della giustizia sociale e di uno sviluppo sostenibile. Ci pare che quella aspettativa condivisa dalla coalizione fosse anche alla base della mobilitazione di intelligenze e voti che hanno portato alla tua elezione. Il pieno sviluppo di partecipazione, giustizia sociale, diritti e democrazia è alla base del nostro agire politico nella giunta che ti sostiene. Sappiamo che questo è un percorso difficile ma per noi (e, caro Sindaco, spero che in questo “noi” voglia essere compreso anche tu) è l´unica strada realisticamente percorribile. Il mio invito è quello di compiere uno sforzo collettivo e restituire forza alla politica abbandonando la politica della forza. Lasciamo impugnare ad altri i manganelli. Cordialmente.
TIZIANO LORETI
*segretario del Prc