«Caro sindaco, con l’arroganza non otterrai nulla»

È delusa e preoccupata Niva Lorenzini, docente di Letteratura italiana contemporanea all’università di Bologna. «Sentire Casini dire che a Bologna va riportata la legalità mi fa venire i brividi – sbotta – la destra naturalmente si butta all’impazzata su quello che sta succedendo in città. E una buona parte della responsabilità per me è del sindaco».

«Voto Ds e ho votato Cofferati, convinta. Ora sono delusa, molto preoccupata e molto perplessa – continua -. Le cose che fa il sindaco sono fondamentalmente giuste, ma non lo è il suo comportamento: che mi dà l?impressione di una chiusura al dialogo. Invece credo che si possano ottenere dei risultati senza alzare dei muri». Di più: «Vedo un atteggiamento arrogante nella ‘persona’ Cofferati, e nel suo staff. Poi le iniziative che prende si possono discutere, l’intenzione che c?è dietro spesso è buona. Anche se – riflette – mi deve spiegare come si può chiedere, come lui fa, a un clandestino di presentarsi di persona in Comune per denunciare i suoi caporali. E poi condivido molti degli interrogativi del mondo cattolico: cosa significa legalità per un immigrato irregolare, che ne è escluso per legge?». Cofferati dice che il rispetto delle regole è l?unica vera tutela dei più deboli. «Se è così, nel momento stesso in cui agisce in nome della legalità dica cosa sta facendo, esattamente, per loro, che proposte concrete ha». Insomma, riassume, «dò ragione agli assessori Scaramuzzino e Zamboni (di Margherita e Prc, ndr): ci vuole più collegialità nelle decisioni».