Carceri segrete, Rice non si scusa: contro il terrore mano libera ai servizi

Due prigioni segrete gestite dalla Cia sono state chiuse in fretta e furia in Polonia e Romania prima dell’arrivo in Europa della segretaria di Stato Usa Condole-
ezza Rice. I prigionieri sono stati trasferiti in un’altra struttura clandestina, in mezzo al deserto di una non meglio precisata nazione africana. Lo rivelano sotto anonimato fonti dell’agenzia d’intelligence Usa alla rete televisiva Abc. Questa la risposta dell’amministrazione Bush alle richieste di spiegazioni e alle proteste arrivate dall’Unione Europea, dove peraltro la magistratura ha già avviato sei investigazioni criminali nei confronti della Cia. Rice a Berlino è andata a raccontare la solita storia delle mele marce, una storia già sentita al tempo dello scandalo di Abu Ghraib. «Possono essere stati fatti degli errori durante la lotta al terrorismo. Succede in qualsiasi campo. E quando accade facciamo tutto il possibile per rimediare», ha detto parlando in generale. «I terroristi prigionieri non sono facilmente inseribili nel sistema giudiziario o militare che abbiamo nel XXI secolo, disegnato per esigenze completamente diverse. Dobbiamo saperci adeguare». Sugli errori da rimediare, la Merkel però ha mal interpretato, pensando che la Rice si riferisse al tedesco deportato dalla Cia per errore. Immediata la risposta polemica americana: «Non parliamo di casi specifici», ha fatto sapere un collaboratore al seguito della Rice.
La Cia ha utilizzato una piccola flotta di aerei privati per spostare i sospetti leader di al Qaeda dall’Afghanistan e da altri paesi arabi verso destinazioni nell’Europa dell’Est, in strutture dell’ex blocco militare sovietico, le vecchie prigioni del Kgb. Lo ha scoperto un’organizzazione per i diritti umani di New York, Human Right Watch, analizzando i tracciati aeronautici. È stato però un cittadino tedesco di origine libanese, Khaled el-Masri, arrestato per sbaglio dalla Cia, a raccontare come funzionano queste operazioni. Un commando vestito di nero e con il volto coperto da un passamontagna immobilizza il sospetto, che viene subito bendato e ammanettato. Gli vengono tagliati i vestiti di dosso. Gli viene somministrato un clistere e un sedativo per farlo dormire. Gli mettono un pannolone e una tuta addosso e lo caricano sull’aereo. Il risveglio è in una cella attrezzata per quelle che il governo americano chiama «tecniche aggressive d’interrogatorio». Si viene pestati a sangue e soffocati a un passo dalla morte. Rice, durante il colloquio con il neo cancelliere tedesco Angela Merkel, ha rivendicato il diritto degli Stati Uniti a difendersi dal terrorismo. Ha ripetuto la linea dura e intransigente dell’amministrazione Bush: «È con questi mezzi che siamo riusciti a evitare altri attacchi. Se non li prendiamo prima che entrino in azione, faranno delle stragi».
Queste operazioni di prevenzione sono gestite da uno speciale dipartimento della Cia, incaricato dell’antiterrorismo, una struttura di secondo livello che sembra risponda direttamente al vice presidente Dick Cheney. Negli ambiente dell’intelligence ha fama di essere un gruppo di fanatici esaltati che giocano a fare gli eroi dei film di Hollywood. Sono diretti da personaggi protagonisti dello scandalo Iran – Contra negli anni dell’amministrazione Reagan. Gli undici prigionieri portati via dall’Europa per cercare di allentare le tensioni diplomatiche, secondo le fonti dell’Abc – sarebbero alcuni dirigenti di massimo livello di Al Qaeda; dieci di questi avrebbero confessato. Sotto tortura. Varsavia e Bucarest hanno smentito di essere mai state a conoscenza di prigioni segrete nel loro territorio, come avevano fatto in precedenza Russia e Thailandia. Un portavoce del dipartimento di Stato americano a Washington ha assicurato che gli Stati Uniti intendono lavorare in poiena collaborazione e trasparenza con gli alleati europei nella lotta al terrorismo.