Carceri segrete, in Europa 300 missioni Cia

C’è un intenso traffico segreto nei cieli d’Europa. In quattro anni la Cia ha compiuto almeno 300 missioni con la propria flotta aerea, e altre centinaia con aerei presi a noleggio, secondo i dati raccolti negli aeroporti dai cronisti del Guardian. Acquista
così una nuova dimensione l’inchiesta dell’Unione Europea sulle carceri clandestine nell’Europa dell’est, in cui gli agenti americani interrogavano i nemici catturati in Afghanistan, in Iraq e in altri Paesi. La segretaria di stato Condi Rice, alla vigilia di un viaggio in Europa, non ha smentito l’esistenza di queste carceri. «Combattiamo una guerra senza precedenti – ha dichiarato – e non possiamo aspettare che i nostri nemici commettano un crimine per imprigionarli».
Il Guardian ha esaminato i registri di volo per ricostruire i movimenti di 26 aerei della Cia dopo l’11 settembre 2001. Risultano almeno 300 atterraggi in Europa, di cui 96 in Germania e 80 in Gran Bretagna, e numerosi voli nell’Europa dell’est, di cui 15 nella repubblica Ceka. Queste cifre non comprendono i voli charter dei servizi segreti: 210 nella sola Gran Bretagna, secondo quanto lo stesso Guardian aveva rivelato in settembre.
Ovviamente non è dimostrato che tutti questi voli siano serviti al trasferimento di prigionieri. Il dato tuttavia è una conferma indiretta delle rivelazioni pubblicate il 2 novembre dal Washington Post: la Cia ha allestito una rete di prigioni segrete in almeno otto paesi, di cui alcuni nell’Europa dell’Est. Nei giorni successivi l’organizzazione umanitaria Human Rights Watch ha sostenuto che persone arrestate senza processo venivano detenute illegalmente dagli americani in Polonia e in Romania. I governi di questi due Paesi hanno smentito.
Una fonte del controspionaggio ha indicato all’Unità che era in atto una collaborazione «non ufficiale» tra la Cia e i servizi segreti polacchi, rumeni e ungheresi per detenere segretamente e interrogare fuori dagli Stati Uniti presunti terroristi. I governi, secondo la fonte, non sono necessariamente informati di tali accordi. Un deputato laburista britannico, Chris Mullin, ha confermato questa situazione in una intervista alla Bbc. «Non c’è dubbio – ha sostenuto – sull’esistenza di una sorta di gulag segreto, controllato dagli americani, in cui la gente sparisce. E non c’è dubbio che gli americani abbiano dato in appalto la tortura a Paesi che hanno regole meno scrupolose di noi e di loro». Liberty, una associazione britannica per la difesa dei diritti umani, ha inviato una ingiunzione al ministero della Difesa e alla polizia delle 12 regioni dove secondo il Guardian hanno fatto scalo gli aerei della Cia. Vuole conoscere entro 14 giorni la ragione di questi voli. In caso contrario denuncerà alla magistratura i capi della polizia per presunta complicità nella tortura di detenuti.
Il vice presidente americano Dick Cheney ha sostenuto che il fine giustifica i mezzi e la Cia deve essere esonerata dal rispetto di «alcune convenzioni internazionali». La segretaria di stato Condi Rice partirà per l’Europa la prossima settimana e si prepara a discutere la situazione con i governi della Germania, della Romania e dell’Unione Europea. Non cerca scuse. «Combattiamo una guerra contro il terrorismo – ha dichiarato – e vi sono esigenze che dobbiamo soddisfare per proteggere non soltanto noi ma anche i nostri alleati. L’Europa ha avuto la sua parte di attacchi terroristi, in Spagna e in Gran Bretagna. Il presidente Bush farà tutto il necessario, nel rispetto delle leggi e degli obblighi internazionali, per proteggere i cittadini americani. Ha detto chiaramente che la tortura non rientra fra i nostri metodi. Ma nel proteggere l’America dal terrorismo noi proteggiamo anche le altre nazioni».