Numeri sempre più alti: a maggio i detenuti nelle carceri italiane erano 61.392 rispetto alla capienza regolamentare di 42.959 posti. L’89,4% dei detenuti non ha la doccia in cella, il 69,31% è senza acqua calda. E sono molte altre le cifre impietose che l’associazione «per i diritti e le garanzie nel sistema penale» Antigone ha presentato ieri nel suo osservatorio sulle carceri. Una radiografia che cade ancora una volte nel mezzo di un dibattito sull’amnistia che i detenuti seguono con sempre meno speranza. Il ministro della giustizia Mastella che si è detto favorevole a un provvedimento di clemenza parteciperà oggi pomeriggio a un vertice dei capigruppo dell’Unione allargato ai responsabili giustizia dei partiti. L’incontro – alla camera dei deputati – servirà a fare il punto sulle proposte in tema di amnistia e indulto. Il centrosinistra deve riuscire a trovare un’intesa al suo interno prima di cercare di coinvolgere il centrodestra: per i provvedimenti di clemenza serve infatti una maggioranza molto ampia, il voto favorevole dei due terzi dei parlamentari.
Se ogni giorno le cronache si concentrano sui detenuti illustri, il presidente di Antigone Patrizio Gonnella ha fatto notare che «non c’è solo Vittorio Emanuele di Savoia a correre il rischio di cadere da un letto a castello in cella, nella casa circondariale di Padova ad esempio ci sono 215 detenuti per una capienza di 98. I letti a castello sono a tre piani e qualcuno raggiunge i quattro. Qualche mese fa, a Genova, un detenuto è morto dopo essere caduto dal terzo piano di un letto a castello». E sono moltissime le situazioni ancora peggiori. Nel carcere napoletano di Poggioreale molti reparti, denuncia Antigone, sono «estremamente fatiscenti con cameroni di 4 per 9 metri nei quali vivono fino a 18 detenuti insieme dividendosi un unico tavolo e un unico bagno».
Al 31 dicembre dell’anno scorso, secondo l’Osservatorio di Antigone i detenuti stranieri erano 19.836, i bambini sotto i tre anni in carcere con le madri ancora 64 e le donne incinte 38. Oltre 16 mila detenuti risultavano tossicodipendenti e circa 1.500 sieropositivi. Alla conferenza stampa di presentazione dei dati raccolti dall’Osservatorio sono intervenuti il responsabile giustizia della Rosa nel pugno Enrico Buemi, il presidente della commissione giustizia della camera Pino Pisicchio dell’Italia dei valori e il deputato di Rifondazione componente della commissione giustizia Francesco Forgione. Antigone, che è in prima file nella battaglia per l’amnistia e l’indulto ma chiede anche la cancellazione della legge Cirielli sulla recidiva, ha sottolineato come ci siano anche altre proposte di legge di assoluta importanza per il mondo carcerario (abolizione dell’ergastolo, diritto di voto per i detenuti, codice di condotta etico per gli appartenenti alle forze dell’ordine). Alcune di queste proposte, come l’introduzione del reato di tortura e l’istituzione del difensore civico delle persone private della libertà, sono già incardinate in commissione rispettivamente alla camera e al senato. «L’Italia – ha fatto notare Mauro Palma, ex presidente di Antigone e vicepresidente del comitato europeo contro la tortura – ha firmato il protocollo dell’Onu ne 2003 ma nella scorsa legislatura non ha mai presentato un disegno di legge di ratifica. Il protocollo impone agli stati di istituire organi di controllo per la prevenzione della tortura in tutti i luoghi in cui c’è la privazione delle libertà. vale a dire le carceri ma anche i Cpt».