Anche Erre, la terza area di minoranza del Prc formatasi in occasione dell’ultimo congresso, condivide il dissenso comune anche alle altre aree sulle primarie dell’Unione. E avanza una proposta alternativa. Salvatore Cannavò, leader con Luigi Malabarba, spiega i dubbi e illustra la proposta.
Secondo te come sono vissute dal corpo del partito le primarie?
Direi con grande perplessità e con disorientamento, perché si tratta di uno strumento distante dalla nostra cultura e dalle nostre pratiche. Ma è solo una mia impressione.
Perché il vostro giudizio su questo strumento è così negativo?
Perché aumentano il leaderismo e la personalizzazione della politica. Inoltre, in questo caso specifico, rappresentano un regolamento di conti sia nell’area centrista che in quella radicale dell’Unione. L’elemento per noi più complicato da accettare riguarda la trasformazione del rapporto tra Rifondazione e il centrosinistra.
Perché pensi che siano le primarie a veicolare questa trasformazione?
Si accetta l’idea che il vincitore sarà premier senza sapere ancora nulla del programma. Di fatto c’è una investitura preventiva, che Rifondazione accetta. Ma così si chiude un intero ciclo. Sinora il Prc era sempre stato esterno al centrosinistra. Ci potevano essere rapporti stretti. Ci si poteva anche alleare per il governo, ma sempre dall’esterno. Con le primarie invece Bertinotti porta il Prc dentro l’Unione.
Quali sono le vostre proposte alternative?
Chiediamo di sospendere le primarie e di convocare, con tutta la sinistra d’alternativa e con i movimenti, una grande manifestazione a Roma per il prossimo 15 ottobre, una data già fissata per il giorno di mobilitazione contro la Bolkenstein e che, inoltre, cade proprio alla vigilia delle primarie. Chiediamo anche che vengano riuniti gli organismi dirigenti del partito, che sinora non hanno mai discusso né deliberato in materia. Le minoranze rappresentano il 41% e su questo punto sono concordi. Però non sono state neppure consultate.
Significa che al momento del voto una parte del Prc potrebbe non votare Bertinotti?
Certamente una parte di Rifondazine non capisce la situazione. Io credo che alla fine quasi tutti voteranno per Bertinotti, che comunque è il segretario. Tuttavia potrebbe esserci una fetta di astensione.
Voi cosa farete?
E’ un nodo che non abbiamo ancora sciolto. Se verranno riuniti gli organismi dirigenti chiederemo chiarezza sull’ingresso o meno nel centrosinistra.
Sei altrettanto critico nei confronti di quelle aree di movimento che potrebbero partecipare alla corsa?
Io condivido in pieno la lettera di Luca Casarini al vostro giornale. Proprio per questo l’eventuale decisione dei disobbedienti di partecipare alle primarie mi sembra del tutto contraddittoria. Condivido invece la linea dell’Arci: una scelta di forte autonomia del movimento senza per questo rinunciare alla politica.
Cosa rispondi a Bertinotti, quando afferma che le primarie, con tutti i loro limiti, colmano un vuoto?
Che il vuoto in questione è determinato dall’assenza di conflitto. La sinistra d’alternativa è rimasta sin dall’inizio spiazzata dalla scelta di entrare nella coalizione di centrosinistra. Il movimento era nato, da Genova in poi, su posizioni molto critiche nei confronti di quest’area. Poi tutto è precipitato nella strettoia dell’accordo di governo e ha iniziato a crearsi il vuoto. Non si può sperare di modificare la linea del centrosinistra con le primarie e con la delega al leader. Alla fine a determinare la linea dell’Unione saranno i rapporti di forza. Dunque saranno i risultati nelle elezioni assai più che non le primarie e soprattutto saranno le condizioni del conflitto sociale.