Camp Darby, una ferita ancora aperta

La riconversione unico futuro per la base

Il Prc chiede chiarezza al presidente della Toscana Martini. Appello per la manifestazione dell’11 settembre

Chiarezza su Camp Darby. E’ quanto chiede in una nota al presidente della Toscana Claudio Martini il consigliere di Rifondazione comunista Aldo Manetti dopo le notizie su un probabile allargamento della base militare Usa sulla piana di Guasticce, nell’area dell’Interporto. Sono tante e tali le indiscrezioni di nuovi progetti Usa sul territorio, avvallate da accordi con imprenditoria e mondo accademico locale in vista di una non meglio precisata base logistica “civile”, che a questo punto si ritiene un «obbligo politico intervenire con chiarezza sull’argomento». Quali scelte intende fare la Regione Toscana rispetto alla permanenza della base americana? Chiede in sostanza Manetti ribadendo che nel programma elettorale dell’Unione gli impegni assunti davanti agli elettori parlavano di una riconversione ad uso civile della base. E per civile non si intendeva certo una spa, del genere “contractor”, che si celerebbe dietro l’operazione di raddoppio di Camp Darby. «Siamo contro a qualunque progetto di espansione dell’insediamento militare Usa, sia esso di carattere bellico o logistico, che si rileva comunque funzionale al rafforzamento della logica di guerra» ribadisce Manetti chiedendo un intervento chiarificatore agli alleati di governo regionale. L’esponente di Rifondazione, alludendo a quanti fanno ambiguamente trasparire giudizi circa il beneficio che il porto di Livorno e l’aeroporto di Pisa potrebbero trarre dall’aumento del traffico derivante dalla nuova base logistica, ribadisce che «i mali del porto di Livorno non possono essere risolti da eventi come questi, ma sono legati a mancate scelte e a politiche governative sbagliate».
Nel chiedere il rispetto degli impegni di “peace keeping” assunti, c’è chi commenta lo stupore di amministratori locali sulla vicenda.

«Gli esponenti del movimento pacifista toscano – sottolinea Valter Lorenzi del Comitato Unitario per lo smantellamento e la riconversione a scopi esclusivamente civili della base di Camp Darby – si aspettavano questa ipotesi di ampliamento della base di Tombolo non per un pregiudizio ideologico caparbiamente antiamericano, ma perché hanno udito dalla viva voce dei comandanti militari Usa di Camp Darby, l’intento di sviluppare quella che è e rimane la più importante base logistica statunitense fuori dai confini statunitensi». La base è una testa di ponte al servizio dell’espansione bellica verso le zone mediorientali e aurosiatiche.

«Le dichiarazioni di disponibilità del sindaco di Livorno all’ampliamento – commenta Lorenzi – non aiutano la battaglia. L’incosistenza fattuale, le ambiguità sulle alternative del “peace keeping” del sindaco di Pisa e del presidente regionale sulla vicenda – sottolinea l’esponente del Comitato – rischiano di paralizzare poi le iniziative per l’allontanamento della base di morte dai nostri territori». Necessaria, ribadisce Lorenzi, «la volontà politica di utilizzare gli strumenti istituzionali, legali e amministrativi disponibili».

E i pacifisti intanto si stanno mobilitando in tutta Italia per fare del quarto anniversario dell’11 settembre una giornata di opposizione alla permanenza di basi militari Usa e Nato sul territorio italiano: dalla Sardegna alla Puglia, dal Veneto alla Toscana, dalla Campania alla Sicilia.

«L’opposizione contro le basi – sottolinea la Confederazione Cobas di Pisa è una delle campagne fondamentali che il Forum Mondiale a Porto Alegre ha inserito nella sua piattaforma. La presenza delle basi, imposte con trattati segreti – si osserva – rappresenta una ferita aperta contro la volontà delle popolazioni costrette a conviverci». Nel lanciare l’appello per una grande mobilitazione per l’anniversario dell’attentato alle Twins Tower, la Confederazione Cobas sottolinea l’importanza, nel variagato mondo pacifista italiano, di «fare della questione delle basi uno degli assi portanti della lotta contro la guerra».