Un problema di merito e uno di metodo, altrettanto importante». Con il voto di fiducia sul disegno di legge su welfare e pensioni, «si apre un vulnus nella maggioranza, e si crea un precedente grave per la democrazia».
Il deputato del Pdci, Gianni Pagliarini, ieri si è dimesso dall’incarico di presidente della commissione lavoro della Camera. Lo ha fatto dopo la riunione dei parlamentari del Pdci, e durante le dichiarazioni del voto di fiducia sul welfare.
Il governo ha fatto carta straccia del testo approvato dalla stessa commissione lavoro, che aveva raccolto alcune delle modifiche dei partiti della sinistra, è ritornato all’accordo di luglio sottoscritto con le parti sociali, «aprendo così uno strappo nella maggioranza». Le dimissioni di Pagliarini, sembra di capire, potrebbero anche rientrare, «ma è evidente – dice lui – che in questo modo non si può andare avanti».
«Le dimissioni del presidente della commissione lavoro rappresentano un segnale di dissenso istituzionale e personale che non deve essere ignorato»: potrebbero dunque rientrare le sue dimissioni, Pagliarini, come ieri sembrava auspicare palazzo Chigi?
Il fatto che palazzo Chigi abbia colto il problema, e che si possa discuterne, e positivo. Quanto alle mie dimissioni, si vedrà. Quello che è certo è che è necessario aprire una discussione sul ruolo del parlamento e sul suo rapporto con, gli atti della concertazione con le parti sociali. La concertazione è importante, ma il parlamento deve avere la possibilità di dire la sua. Non può esserci competizione tra le due cose.
Il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, ha detto che il voto di fiducia ripropone una preoccupante difficoltà nel rapporto tra l’esecutivo e il parlamento.. Il presidente della Camera ha detto una cosa importante, ha sottolineato il tema che io stesso sollevo, dimostrando che esiste. La vicenda del welfare, con il voto di fiducia, apre una questione democratica. E si è trattato comunque di una fiducia anomala, che il governo ha posto contro la sua stessa maggioranza, decidendo di fare carta straccia della sintesi positiva che era stata raggiunta in commissione lavoro.
La sua scelta è un segnale di quello che si prepara all’interno della maggioranza dì governo?
E’ stata una scelta forte per segnalare che esiste un disagio reale e che si è andari oltre, sia per il profilo istituzionale sia nei rapporti all’interno della coalizione. La sintesi della commissione era il punto più alto di mediazione raggiunto dall’Unione dall’inizio della legislatura. Il lavoro invece è stato sacrificato sull’altare del ricatto posto da Dini. E il governo ha scelto di dare risposte a Dini, mortificando una parte ben più consistente della propria maggioranza