Cara “Liberazione”, Cgil, Cisl e Uil continuano a fare accordi sulla pelle dei lavoratori e delle lavoratrici dei call center, con l’unico obiettivo di non scontentare l’Imperatore Tripi. Tutti questi accordi, quando queste organizzazioni sindacali hanno avuto la generosità di portarli a votazione, perché in alcuni casi solamente illustrati in assemblee “consultive”, sono stati rifiutati totalmente e quindi mai applicati. Ora assistiamo increduli all’ultimo atto: l’avviso comune di pochi giorni fa tra Cgil, Cisl e Uil, Confindustria e il ministro del Lavoro Cesare Damiano in cui – senza alcun mandato né dei lavoratori né delle proprie Rsu – si sottoscrive un autentico golpe: 1) si annulla il risultato degli ispettori, 2) si conferma nuovamente che i lavoratori che fanno telefonate (out bound) piuttosto che riceverle (in bound) rimarranno con contratti a progetto, 3) per quei pochi che saranno stabilizzati, che non significa necessariamente a tempo indeterminato, si prevedono altre forme di lavoro subordinato e precario, guarda caso le stesse inserite dai confederali nell’ultimo contratto delle tlc e cioè “inserimento” e “apprendistato” e sarà obbligatorio sottoscrivere una liberatoria per il pregresso! Rispondiamo punto per punto: 1) difendiamo l’operato degli Ispettori e confermiamo la richiesta di stabilizzazione a tempo indeterminato per tutti; 2) parla per noi la sottosegretaria al Lavoro Rosa Rinaldi quando dice che «il 99,99% dei cocopro, in tutti i settori, sono un abuso» e in Atesia «tutto il lavoro è regolato da contratti fotocopia»; 3) l’imposizione della liberatoria è un abuso in sé, lede la libertà decisionale dell’individuo, ma oltretutto consente ai padroni di non versare i mancati contributi degli anni precedenti… Con questo accordo, peraltro, il governo di centro sinistra praticamente assolve i datori di lavoro dei call center dall’evasione fiscale e in più contribuisce con denaro pubblico, come previsto dalla finanziaria, al costo della stabilizzazione per pochi fortunati. E noi, poi, paghiamo il ticket al pronto soccorso! Rifondazione comunista con Maurizio Zipponi invita tutti i lavoratori dei call center a chiedere le ispezioni e a fare causa per l’assunzione; la Fiom afferma che questa intesa tra sindacati, Damiano e Confindustria non rispecchia la linea congressuale della Cgil. Ce n’è abbastanza per chiedere urgentemente una inversione di rotta e il ritiro dell’avviso comune. Da parte nostra invitiamo tutti alla massima allerta. I sindacati che hanno sottoscritto l’avviso comune non potranno e non dovranno essere gli unici a rappresentare i lavoratori di fronte alla grave crisi del settore. Chiediamo al nostro Partito, che sappiamo sensibile al problema, di adoperarsi per una legge che regolamenti la democrazia sindacale sui luoghi di lavoro.