L’Italia boccheggia, toccati i quaranta gradi. La Protezione civile avverte: «Massima allerta per gli anziani a Roma, Milano, Bologna e Palermo». Il ministro Storace manda consigli in televisione
Stato di emergenza in Umbria. Massima allerta a Milano, Bologna, Roma e Palermo. Allarme sanitario a Napoli. Insomma, l’Italia, da nord a sud, è una specie di graticola che resterà ardente almeno fino a domani, dicono gli esperti. Le colonnine di mercurio esplodono ovunque e i condizionatori sono al collasso. A Roma, Catania e Milano si sfiorano i 40 gradi. Gli stessi superati in altre località del Lazio e della Toscana. E altissimo è il rischio per la salute dei milioni di anziani, spesso lasciati soli in città semideserte. «L’emergenza caldo durerà per tutto questo fine settimana», avverte la Protezione civile mantenendo il livello di «massima allerta», oltreché nella capitale, nei capoluoghi di Lombardia, Emilia e Sicilia. La Protezione civile ha lanciato appelli alle autorità locali a predisporre maggiori controlli sociali, ambientali e sanitari per le fasce più a rischio. Per dare un po’ di sollievo agli anziani che non sanno dove sbattere la testa, anche quest’anno in alcune città sono state aperte le caserme dei pompieri, dove fino a ieri, secondo i dati diffusi dai Vigili del fuoco, hanno trovato rifugio 12 mila anziani. Diversamente dall’ex ministro Girolamo Sirchia – che l’altr’anno ebbe la brillante idea di suggerire agli anziani di fronteggiare la calura estiva rifugiandosi nei supermercati, l’attuale titolare della salute, Francesco Storace, ha affidato l’emergenza agli spot televisivi. Uno spot di 30 secondi (che sarà trasmesso da oggi) il cui protagonista è un termometro che, in un parco, si avvicina a un gruppetto di anziani boccheggianti per avvisarli dell’esistenza di un call center anti-afa. Al numero (1500) da comporre in caso di necessità, annuncia il ministero, rispondono tutti i giorni dalle 8 alle 20 medici e operatori sanitari. Intanto, però, da molte strutture pubbliche che ospitano anziani arrivano notizie poco confortanti. Secondo l’Osservatorio della terza età (Ote) molte case di riposo e ospedali non dispongono di impianti di climatizzazione.
Particolarmente delicata ieri è stata la situazione in Umbria (41 gradi a Terni, 40 a Perugia e 35 ai 1.400 metri di altitudine di Castelluccio di Norcia) tanto che alle 13 la presidente della Regione, Maria Rita Lorenzetti, si è vista obbligata a dichiarare lo stato di emergenza, invitando a sua volta la Protezione civile a intensificare la sorveglianza sulle persone a rischio e solleciatndo le aziende sanitarie a predisporre apposite «unità operative di supporto». E tra le persone più a rischio c’erano senz’altro gli stranieri che, sotto il sole rovente, attendevano in fila davanti agli sportelli dell’ufficio immigrazione della questura di Perugia. Dopo gli svenimenti di una settimana fa è arrivata un po’ d’acqua per tutti.
E mentre a Roma è stato quasi record della temperatura – 39,1 gradi raggiunti a metà giornata non si registravano dal 1939 – a Firenze insieme al caldo (con il 10 per cento in più di gente che si è rivolta agli ospedali) è salita alle stelle la concentrazione di azoto. Stesso problema a Napoli dove, inoltre, l’assessore all’ambiente e alla sanità Casimirro Monti ha lanciato l’allarme sanitario per bambini e anziani.