Calabria. Una terra che non si rassegna alla ‘ndrangheta

La Calabria è terra di ‘ndrangheta. Ma ha dimostrato di non essere terra rassegnata alla ‘ndrangheta, e non solo in quest’ultimo periodo. La Calabria è terra di giovani che si indignano, che non rinunciano alla speranza di un domani diverso, di un’altra Calabria possibile.
La Calabria è fatta di gente che vuole liberarsi dalla ‘ndrangheta e riappropriarsi della propria terra. Perché questa terra a volte finisce in mani sbagliate, illegali, immorali. In mani disoneste, sporche di sangue, in mani avvezze ad intimidire, rubare, imbrogliare, sottomettere, uccidere.

“Libera terra” è il nome aggiunto della cooperativa sociale “La Valle del Marro” che gestisce coraggiosamente alcune decine di ettari di terreno nella piana di Gioia Tauro confiscati ad un clan mafioso locale.
“Libera terra”, proprio perché l’intento è liberare questa terra nostra da chi le vuole fare del male, per potenziare la crescita di frutti cattivi, corrotti e spregevoli. Per questa ragione alcuni giovani calabresi si sono messi in gioco e con grande coraggio hanno accettato di portare avanti una lodevole impresa: liberare la terra dalle tracce mafiose attraverso un suo uso sociale e produttivo. Una cooperativa che “Libera, associazione e numeri contro le mafie” ha fortemente voluto. Un progetto iniziato nel 2002 con la collaborazione della curia, delle associazioni locali, delle amministrazioni interessate (Gioia Tauro, Rizziconi, Oppido Mamertino e Rosarno) e la spinta positiva dell’ufficio del governo per i beni confiscati. Si è presentato il progetto al ministero del lavoro e delle politiche sociali, usufruendo della linea di finanziamento per le associazioni di promozione sociale (legge 383/2000).

Il progetto finalizzato al riutilizzo sociale dei beni confiscati nella provincia di Reggio Calabria, è partito nell’ottobre 2004 con una intensa attività di animazione e monitoraggio del territorio. A questa fase è seguito un periodo di formazione per alcuni giovani, precedentemente selezionati tramite bando pubblico. La cooperativa è impegnata nella produzione di ortaggi e nel ripristino di uliveti, nella conduzione di terreni agricoli confiscati nei comuni di Oppido Mamertina, Gioia Tauro, Rizziconi e Rosarno. Il piano agronomico prevede la coltivazione di ortaggi da trasformare e commercializzare con il marchio Libera Terra. Giovani che hanno creduto in un progetto reale di cambiamento in questa regione e che sono stati spinti dalla voglia di riappropriarsi della propria terra che fin ad ora è stata nelle mani ingrate dei poteri criminali. Dai beni sottratti alla mafia si è creata un’opportunità di lavoro per giovani disoccupati che fanno i conti quotidianamente con il forte disagio sociale. Un’impresa sociale che nasce sul modello della cooperativa “Placido Rizzotto”, sempre promossa da Libera in Sicilia. Un’impresa che rappresenta in questo regione una presenza importante non solo per lo sviluppo locale ma anche per lo sviluppo della legalità. Un esempio bellissimo di lotta alla mafia che inizia dal basso, dai cittadini onesti che hanno opposto resistenza.