A mezzo secolo dalla fine del Maccartismo in America, la «caccia alle streghe comuniste» è più viva che mai. Almeno in una delle più prestigiose università americane, l’University of California a Los Angeles (Ucla) dove un’organizzazione di ex studenti conservatori ha istituito una «taglia» di 100 dollari per chiunque denunci un professore «troppo di sinistra». La controversa iniziativa, rivelata dal sito del Los Angeles Times, ha scatenato un putiferio di polemiche in un Paese che si sente sempre meno libero dopo lo scandalo di Intercettopoli: il programma di intercettazioni senza mandato, segrete ed illegali, ordinate alla Nsa (National Security Agency) dall’amministrazione Bush, dopo le stragi dell’11 settembre.
L’entrata di Ucla
Il ruolo di Grande Fratello, questa volta, spetta a un’associazione di laureati, la Bruin Alumni, guidata dal ventiquattrenne Andrew Jones, ex leader studentesco repubblicano che ha lanciato la campagna «Smaschera i radicali della Ucla», sguinzagliando dei veri e propri studenti-spie nel campus per raccogliere materiale – trascrizioni di seminari, registrazioni segrete di dibattiti e discussioni tra docenti – per incastrare i prof ritenuti di idee «eccessivamente liberal». Le segnalazioni – ricompensate con 100 dollari per ogni corso monitorato – hanno già portato alla elaborazione di una hit parade dei «Dirty 30», i 30 insegnanti ritenuti «più pericolosi» perché promotori in cattedra di idee liberal e di sinistra. I 30 sono stati subito messi alla gogna sul sito Internet del gruppo www.uclaprofs.com, che offre dettagliati profili biografici e accademici, infarciti di giudizi ipercritici.
Nella lista nera sono finiti alcuni degli studiosi più autorevoli e rispettati della UCLA, dal docente canadese Peter McLaren, definito «il peggio del peggio»al filosofo Douglas Kellner, accusato di aver paragonato l’amministrazione Bush ad «un Reich”.
Immediate le reazioni dei diretti interessati. E’ un’iniziativa orripilante che trasuda maccartismo da tutti i pori”, punta il dito McLaren, mentre la storica Ellen DuBois, finita anche lei nell’elenco dei cattivi, ha definito le accuse di Bruin Alumni come «un abominevole invito a una caccia alle streghe contro i professori». Anche due docenti che facevano parte del comitato scientifico della Bruin Alumni, lo storico di Harvard Stephan Thernstrom e il prof emeritus Jascha Kessler, hanno deciso di dimettersi, in segno di protesta. «Non siamo affatto d’accordo con questi metodi da vigilantes, hanno protestato, le tattiche del gruppo sono antidemocratiche, controproducenti ed illegali». «Stiamo solo cercando di rifar quadrare l’ago di una bilancia che nei campus americani pende da sempre in favore della sinistra», si difende Jones. Ma intanto il Los Angeles Times rivela che «il gruppo ha già raccolto 22.000 dollari da 100 sponsor esterni», tra cui l’industriale discografico di destra Arthur N. Rupe e Linda Chavez, ex commissaria dei diritti civili durante l’amministrazione Reagan e oggi leader di un’associazione della Virginia che si batte per abolire le quote pro donne e pro minoranze.