Bush riarma, detonatori e jet atomici

Una settimana dopo il «Trattato» di Mosca nuovo impianto negli Usa per detonatori atomici. Due giorni prima al via l’aereo X-45A, armato anche con missili nucleari.

George W. Bush e la sua Amministrazione non perdono tempo: appena una settimana dopo lo «storico» Trattato di Mosca (24 maggio) sulle «riduzioni strategiche offensive», si è messa all’opera per realizzare la propria idea di disarmo nucleare. Il trattato stabilisce che, entro il 2012, le testate nucleari strategiche operative (pronte al lancio, con gittata superiore ai 5.500 km) dovranno essere ridotte a non più di 2.200 per parte. Per ciò che riguarda la controversa questione se le testate rimosse debbano essere distrutte o conservate, il trattato la risolve in maniera salomonica: semplicemente la ignora. Così, mentre la Russia le distruggerà quasi tutte (non avendo i mezzi economici per mantenerle efficienti), «gli Stati uniti hanno annunciato che molte delle circa 4.000 testate, che saranno tolte dalla condizione operativa in base al trattato, saranno mantenute di riserva e pronte all’uso» (Washington Post, 3 giugno).

Perché possano essere in futuro sempre pronte ad essere reinstallate sui vettori, occorre mantenerle in perfetta efficienza. C’è però un problema: i detonatori al plutonio, che innescano l’esplosione delle testate termonucleari, col tempo si deteriorano. Dato che l’impianto di Rocky Flats ha cessato di fabbricarli nel 1989 e il Laboratorio di Los Alamos ne può produrre una quantità limitata, l’amministrazione Bush ha deciso, il 1 giugno, di riprendere la fabbricazione su larga scala dei detonatori nucleari in un nuovo impianto del costo di 2-4 miliardi di dollari.

Per ciò che riguarda i vettori delle armi nucleari, il trattato non ne fa parola, stabilendo che «ciascuna determinerà per se stessa la composizione e struttura delle proprie armi strategiche offensive». Eppure si tratta di un aspetto importantissimo: sono infatti in sviluppo, soprattutto negli Stati uniti, vettori di nuovo tipo a duplice capacità nucleare e convenzionale. Due giorni prima la firma del Trattato di Mosca, il 22 maggio, è stato effettuato in California il volo di prova dell’X-45A. Si tratta di un Ucav (Veicolo aereo da combattimento senza uomini), costruito dalla Boeing su incarico della Darpa (Agenzia per i progetti di ricerca avanzati della difesa) e dell’Aeronautica statunitense, con la collaborazione della Nasa. Grazie a un programma immesso nella sua «mente» computerizzata, questo aereo robot – controllato da operatori a terra, ciascuno dei quali segue (tramite una console a due schermi) contemporaneamente 3-4 velivoli – potrà arrivare all’improvviso sull’obiettivo senza essere avvistato dai radar (avendo tecnologie Stealth) e colpirlo con missili e bombe di precisione (circa 1.400 kg per aereo).

Dato che gli Ucav X-45 potranno essere armati anche di missili e bombe nucleari, il loro schieramento (previsto per il 2007) violerà il Trattato Inf (sulle forze nucleari intermedie) stipulato nel 1987 da Usa e Urss: esso proibisce il dispiegamento di missili nucleari con base a terra e raggio compreso tra 500 e 5.500 km. Gli aerei robot avranno in effetti lo stesso ruolo dei missili da crociera con base a terra che, dopo essere stati installati a Comiso, furono tolti in base al trattato. Per di più gli aerei robot – essendo facilmente trasportabili (un aereo cargo C-17 ne può portare 6, con le ali smontate, rimontabili in mezzora) – possono essere avvicinati agli obiettivi e svolgere quindi lo stesso ruolo delle armi nucleari strategiche, violando anche il Trattato Start che ne prevede la riduzione.