Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea: elezioni favorevoli all’imperialismo francese

Traduzione di l’Ernesto online

I ministri degli Esteri dell’Unione europea hanno deciso di adottare sanzioni contro i sostenitori del presidente uscente della Costa d’Avorio, Laurent Gbagbo, facendo pressione affinché si dimetta dopo le controverse elezioni presidenziali. Per capire le ragioni di quella che appare come una nuova ingerenza occidentale negli affari interni di un paese del terzo mondo, torna utile la lettura di questo commento alle elezioni presidenziali avoltesi recentemente in alcuni paesi dell’Africa Occidentale (tra cui la Costa d’Avorio), apparso in Atlas Alternatif

I risultati delle ultime elezioni in Africa Occidentale rappresentano una buona notizia per l’imperialismo francese nella regione, poiché i vincitori sono candidati generalmente presentati come beneficiari di un certo sostegno da parte di Nicolas Sarkozy e degli alleati tradizionali della Francia in Africa.

Ciò è particolarmente evidente nel Burkina Faso, dove Blaise Compaoré, l’uomo che aveva rovesciato Thomas Sankara nel 1987 con la benedizione della Francia, ha vinto in una parodia di elezioni presidenziali il 21 novembre scorso. Solo metà dei 7 milioni di elettori potenziali si è iscritta nelle liste elettorali, e solamente 1,7 milioni di questi si sono recati alle urne.

Secondo Survie, la Francia, il cui aiuto economico aumenta regolarmente, ha accentuato il suo controllo sul Burkina Faso nel corso degli ultimi anni. Il nuovo ambasciatore di Sarkozy è il generale a quattro stelle Emmanuel Beth, habitué delle basi africane dell’esercito francese e fratello del comandante delle truppe di élite del COS (Comando delle Operazioni Speciali), è stato nominato a Ouagadougou questa estate, appena prima del ridislocamento di truppe francesi nel paese in nome della “lotta contro il terrorismo”. L’Unione Europea non ha inviato osservatori. L’Osservatorio Europeo per la Democrazia e lo Sviluppo (OEDD) l’ha rimpiazzata. Si tratta di un’associazione, fondata insieme ad altri da Pierre Messmer legato all’UMP e al gruppo Bolloré. Essa ha piazzato sul posto una decina di osservatori, che hanno convalidato lo scrutinio, alla presenza dei soli rappresentanti del candidato Compaoré e delle forze dell’ordine negli uffici elettorali visitati.

Compaoré ha dovuto giocare il ruolo di mediatore nelle elezioni presidenziali della Costa d’Avorio dove il presidente uscente Laurent Gbagbo è stato dato per perdente il 3 dicembre dalla commissione elettorale (45,9%) rispetto a Alassane Dramane Ouattara (54,1%). L’esercito ha ordinato la chiusura delle frontiere del paese, senza che nessuno abbia saputo precisamente se si trattasse di una reazione dei partigiani del presidente uscente in seno allo stato maggiore per rimettere in discussione i risultati elettorali. Washington da parte su ha fatto appello a “tutte le parti” al rispetto dei “risultati annunciati dalla Commissione elettorale indipendente”. “I risultati provvisori hanno dichiarato Alassane Ouattara vincitore contro il presidente in carica Laurent Gbagbo.” Laurent Gbagbo a Parigi aveva, a torto o ragione, l’immagine di oppositore del neocolonialismo e dei circoli franco-africani. La Francia sarkozista pienamente cosciente di aver perso terreno in Costa d’Avorio ha nutrito la speranza di ristabilire la sua influenza con Alassane Ouattara. Il Partito socialista francese non aveva esitato ad inviare l’ex ministro Jack Lang a fare campagna per Gbagbo.

Anche in Guinea è un amico della Francia ad essere stato eletto. La Corte Suprema di questo paese ha confermato, nella notte tra il 2 e il 3 dicembre, la vittoria dell’oppositore storico Alpha Condé all’elezione presidenziale con il 52,52% dei voti, contro il 47,48% a Cellou Dalein Diallo. Condé è noto per intrattenere relazioni di amicizia personale con Kouchner e Alliot-Marie. In Guinea come nel Burkina sul carattere democratico delle elezioni non si è potuto convincere nessuno. La percentuale di iscrizione alle liste elettorali è stata bassa. Inoltre i Peul (etnia locale) hanno denunciato di essere stati ostacolati nel voto per il loro candidato Diallo nelle prefetture di Kouroussa e Siguiri. La proclamazione dei primi risultati, che davano già per vincente Alpha Condé, ha provocato dei disordini. Gli agenti della forza speciale per la sicurezza del processo elettorale (Fossepel) e le unità di “Berretti rossi” hanno sparato contro i manifestanti pallottole vere in diversi quartieri di Conakry per ristabilire l’ordine, secondo l’Alto Commissariato dell’ONU per i diritti umani, facendo decine di morti, mentre il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite invitava a moderare la repressione.

La ripresa di influenza della Francia nei tre paesi è favorita dalla comunanza di interessi che si è venuta a creare tra gli Stati Uniti e la Francia (dopo le rivalità dell’epoca di George W. Bush), in particolare in contrapposizione alla Cina, malgrado alcune divergenze tattiche per quanto concerne il Sahel.