In quelle celle sarebbero stati rinchiusi undici esponenti di spicco di Al Qaeda
Due prigioni segrete nell’Est Europa utilizzate dalla Cia sono state chiuse appena un mese fa. E i detenuti speciali – terroristi di Al Qaeda – sono stati trasferiti in Nord Africa, in un campo nel deserto preparato dall’intelligence. A rivelarlo, la rete americana Abc che ha aggiunto particolari inediti su come funzioni il sistema dei centri di detenzione segreta, chiamati in gergo «Hotel California» o «buchi neri». Seconde la tv Usa nelle due prigioni sono stati rinchiusi 11 tra i più importanti qaedisti, compresi i due pianificatori dell’attentato dell’11 settembre: Khaled Sheikh Mohammed e Ramzi Binalshib. Con l’eccezione di quest’ultimo, tutti i prigionieri hanno subito un pesante trattamento, compresa la tecnica del «sottomarino»: ripetute immersioni forzate in vasche d’acqua. Non è chiaro se questo sia avvenuto prima o dopo il trasferimento all’Est.
L ’Abc non precisa in quali Paesi si trovassero le prigioni, ma secondo dati raccolti dall’organizzazione Human Rights Watch i sospetti si concentrano su Polonia e Romania. Sembra che le installazioni segrete siano state create all’interno di ex basi sovietiche e una di queste è stata visitata lo scorso anno dal segretario alla Difesa Usa Donald Rumsfeld. Gli 11 terroristi sarebbero stati trattenuti per un certo periodo in una prima struttura, una base aerea polacca, quindi la Cia, usando jet speciali, ne ha portati alcuni in un secondo «buco nero» dell’Est Europa.
L’operazione è scattata nel 2002 con la cattura di Abu Zubayda, terrorista palestinese capo delle operazioni esterne di Al Qaeda. Ferito durante l’arresto in Pakistan, viene curato e condotto in Thailandia, dove all’interno di una base aerea c’è un vecchio deposito trasformato in centro di detenzione Cia. Lo infilano in una cella sorvegliata 24 ore su 24 e un medico venuto da Langley, il quartier generale dell’intelligence, ne segue la convalescenza. Una volta in piedi, viene sottoposto a pesanti sedute di interrogatori. Lo picchiano, lo scuotono con forza. Abu Zubayda è confinato per ore in una cella piena d’acqua, deve stare a lungo in piedi, infine subisce la tecnica del «sottomarino». A questo punto chiede clemenza e parla. Il palestinese viene trasferito nell’Est Europa (Polonia) dove ritrova altri terroristi. La vita in questi «buchi neri», sostiene l ’Abc , è nettamente migliore. Il cibo è buono (riso, yogurt, frutta, carne, verdure). E poiché i detenuti collaborano sono «ricompensati» con dolci.