Quella di lunedì 22 dicembre è stata una Direzione di particolare importanza politica. All’ordine del giorno la questione del quotidiano Liberazione, la discussione sulle amministrative abruzzesi e la “questione Napoli”, visto il precipitare della situazione giudiziaria e politica.
I lavori si sono aperti con una relazione del Tesoriere nazionale Sergio Boccadutri, che ha valutato negativamente il piano di ristrutturazione del giornale avanzato dal Consiglio di Amministrazione della Mcr (la società editrice di Liberazione), sostenendo che tale piano non risponde all’urgente necessità del pareggio di bilancio che la stessa Direzione Nazionale aveva, in una precedente riunione, deciso.
Dopo la relazione di Boccadutri è intervenuto il Segretario Paolo Ferrero, il quale ha riferito della richiesta, da parte di un editore italiano, di voler entrare come socio di maggioranza in Liberazione. Così Ferrero ha chiesto alla Direzione un mandato esplorativo per capire il piano di rilancio proposto da questo editore al fine di avere maggiori elementi da riportare alla discussione della Direzione, che ha il compito di valutare ed accettare o meno l’offerta. Un mandato esplorativo, quindi, per capire e definire le ragioni e le condizioni poste per il varo di questo progetto.
La proposta di Ferrero ha provocato una dura contrapposizione della minoranza (area Vendola-Bertinotti), che ha chiesto di conoscere il nome dell’editore. La qualcosa appare una evidente forzatura visto che la conoscenza oggi del nome è assolutamente di secondaria importanza rispetto alla discussione sul piano editoriale e di rilancio del quotidiano, e non ultimo avrebbe provocato la bruciatura precoce di tutta l’operazione. Alfonso Gianni ha voluto mettere ai voti una mozione che chiedeva il nome dell’editore. Tale mozione ha ottenuto 22 voti a favore (la minoranza più Falce e Martello) e 28 contrari. In seguito a tale votazione tutti i componenti dell’area di minoranza hanno lasciato i lavori della Direzione, che sono comunque proseguiti.
Dopo il dibattito è stato messo ai voti il dispositivo presentato dalla segreteria nazionale, che conteneva la bocciatura del piano di ristrutturazione per Liberazione presentato dal Cda e, nella seconda parte, la richiesta della segreteria di un mandato esplorativo per l’incontro con l’editore interessato al progetto di rilancio di Liberazione e ricavare così le proposte da riportare alla discussione della Direzione.
I compagni di Falce e Martello hanno chiesto la votazione separata del dispositivo. E così la prima parte (bocciatura del piano di ristrutturazione) è passata all’unanimità (ricordiamo che al momento del voto tutta la minoranza aveva già abbandonato i lavori della Direzione), mentre la seconda parte (mandato esplorativo per la segreteria) è passato con i 2 voti contrari dei compagni di Falce e Martello.
Per ciò che riguarda il secondo punto all’ordine del giorno (elezioni in Abruzzo e “caso Napoli”) dobbiamo rilevare che c’è stata una vasta discussione nella quale sono emersi diversi rilievi critici rispetto alla proposta fatta di appoggio esterno del PRC ad una nuova Giunta di transizione a Napoli. Questo, oltre che ad altri aspetti della struttura complessiva del dispositivo presentato dal compagno Pegolo per conto della segreteria nazionale, hanno fatto si che si sia deciso di ritirare tale dispositivo, che non è stato più messo ai voti. E questo per poter essere meglio riformulato alla luce delle integrazioni e della discussione prodottasi in Direzione.
Al suo posto è stato presentato un nuovo e breve dispositivo che chiede l’ “azzeramento della attuale Giunta di Napoli e, come atto coerente e conseguente con questo obiettivo, le immediate dimissioni dell’assessore del Prc”.
Tale dispositivo è stato approvato con voto unanime.