Bossi-Fini al ritocco prima della riforma

La legge delega di riforma della Bossi-Fini approderà al consiglio dei ministri la prossima settimana. Toccherà poi alle Camere approvarla e, infine, ai ministeri competenti stendere un decreto legislativo. Si prevede, più o meno, un lavoro complessivo di un anno e mezzo. Ma non è detto che la coalizione viva abbastanza a lungo. Dunque, con spirito pragmatico, i funzionari sono già al lavoro per anticipare alcuni provvedimenti che modificheranno la Bossi-Fini «in corsa», secondo i principi della legge delega.

I centri di permanenza temporanea
Capitolo più scottante: quello dei cpt. E’ proprio questo punto che ha visto fronteggiarsi il ministro dell’Interno Giuliano Amato e quello della Solidarietà sociale Paolo Ferrero dopo i risultati della Commissione ispettiva guidata dall’ambasciatore Staffan De Mistura. Ferrero pretendeva che fosse il più chiara possibile la funzione residuale dei cpt. Amato, e i prefetti del Viminale, intendevano ribadire la loro funzione «insostituibile». Alla fine l’accordo raggiunto è un bizantinismo. Nella prima parte si prevedono «strutture per le espulsioni destinate esclusivamente al trattenimento di cittadini stranieri da espellere che si sono sottratti all’identificazione». Il che potrebbe voler dire – ma tutto verrà deciso in sede di stesura dell’articolato di legge – che chiunque sia stato identificato precedentemente all’espulsione non metterà piede nei centri. Ma subito dopo si spiega che l’utilizzo di tali strutture «con congrua riduzione del periodo di permanenza» verrà utilizzato «per il tempo strettamente necessario nei confronti dei cittadini stranieri identificati o che collaborano fattivamente alla loro identificazione quando non è possibile eseguire con immediatezza l’espulsione con accompagnamento coattivo». Cioè quando non è disponibile il volo. Il che, potrebbe significare che finiranno nei cpt ad aspettare l’aereo anche quelli che accettano il rimpatrio assistito, altra novità della legge. Chissà. Ma sui cpt sono in arrivo almeno tre circolari. La prima «per dare un segnale», spiegano al Viminale, prevederà la chiusura di tre centri di permanenza: Ragusa, Crotone e Brindisi. La circolare non spiegherà nei particolari il perché – la ragione è che sono strutture considerate non idonee – ma farà rientrare il provvedimento nella generale necessità di ridisegnare il sistema dei cpt in attesa della riforma. L’idea è di aumentare la presenza di strutture di accoglienza (cpa) al sud. Tuttavia anche i cpt del nord potrebbero essere ridimensionati, se la riforma riuscirà a ridurre il numero di stranieri irregolari. Intanto, sono in corso ispezioni: ieri un funzionario del Dipartimento per le libertà civili era in visita in quello di via Mattei a Bologna. L’altra circolare prevederà invece la possibilità di identificare gli stranieri irregolari detenuti direttamente in carcere, invece di farlo nei cpt. Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e già al lavoro. La terza circolare «che verrà varata subito dopo l’approvazione della legge delega», assicurano al Viminale, riguarderà la possibilità di visita nei centri per i sindaci, i presidenti di provincia e regione, di consiglieri o assessori da loro delegati, di associazioni e anche degli organi di stampa.
I minori
La legge delega prevede novità importanti, come il rilascio di un permesso di soggiorno per motivi famigliari al minore che al compimento della maggiore età sia ancora a carico dei genitori (se questi ultimi, però, dimostrano di avere un reddito). Attualmente, il diciottenne straniero deve dimostrare di guadagnarsi il pane. Si prevede inoltre il rilascio di un permesso di soggiorno «per motivi sociali» a quei minori stranieri che hanno compiuto reati e però «abbia concluso positivamente un percorso riabilitativo». Ma non dovremo attendere l’approvazione di un decreto attuativo per quanto riguarda la determinazione della maggiore o minore età di uno straniero irregolare attraverso l’esame della radiografia del polso. E’ già allo studio una direttiva che attuerà quanto previsto dalla legge delega, e cioè che ove l’accertamento medico sanitario «non consenta l’esatta determinazione dell’età» l’immigrato sia considerato minore (e quindi non possa essere espulso). Arriverà presto anche la direttiva che prevede la possibilità per un quattordicenne straniero di avere un suo personale permesso di soggiorno, invece di essere inserito in quello dei genitori come accade attualmente (riguarderà anche i famigliari ricongiunti, sia donne che uomini).
Lavorare nell’amministrazione
Il lavoratore straniero titolare della carta di soggiorno (si ottiene dopo cinque anni, se reddito e alloggio sono adeguati) sarà parificato ai cittadini dell’Unione europea «in relazione all’accesso al lavoro alle dipendenze della pubblica amministrazione». Il che vuol dire che – finalmente – dopo numerose pronunce positive da parte dei tribunali, potremo avere cittadini stranieri che lavorano negli uffici pubblici. Attraverso l’equiparazione ai cittadini Ue è stato anche risolto il problema del voto amministrativo: non si modificherà la Costituzione e potrà avere diritto di voto attivo e passivo chi è in possesso della carta di soggiorno. Ma per entrambi i fronti non sono previste, almeno per ora, modifiche «preventive»

E gli irregolari?
La riforma Amato-Ferrero è la prima che non prevede alcuna sanatoria, né regolarizzazione. Tradotto: chi è clandestino, o clandestinizzato dalla Bossi-Fini, tale rimarrà. Ma una volta varata la riforma, la sorte sarà diversa per tutti quelli che perderanno un permesso di soggiorno. Tra le righe della legge delega, forse la vera novità, si prevede che «su formale iniziativa del datore di lavoro» si possa «consentire l’assunzione» di uno straniero che ha avuto un permesso di soggiorno per lavoro subordinato della durata di diciotto mesi e che lo abbia perso per la cessazione del rapporto di lavoro. Anche qui, serve la traduzione: se un immigrato che ha avuto un permesso lo perde e diventa clandestino, avrà la possibilità di regolarizzarsi qualora trovi un datore di lavoro disposto ad assumerlo.