Bombe sul Libano

L’organizzazione non governativa Human Rights Watch e il presidente del Libano Emile Lahoud, dal 24 luglio scorso, hanno denunciato l’utilizzo da parte di Israele di armi a frammentazione.
Fadi Faqih e Walid Massoud sono due medici libanesi. Fadi si divide tra l’ospedale di Bint Jbeil “Salah Randour”, nel Libano meridionale, e l’ospedale di Beirut ” Mont Liban”, in pieno centro della città.

Più di un sospetto. “C’è una grande differenza tra la situazione dei due ospedali. Nella regione del sud ci sono molti bombardamenti e la situazione è davvero inquietante. L’esercito israeliano sta usando armi proibite dalla comunità internazionale, ma nessuno li ferma. Sono armi al fosforo e all’uranio impoverito che hanno effetti sia a lungo che a breve termine sulla popolazione. I feriti sono centinaia ogni giorno. A volte accade che in un ospedale ci sono solo 50 posti letto e arrivano più di 200 feriti e allora non si sa cosa fare”, racconta il medico. “Gli ospedali libanesi non sono attrezzati a fronteggiare tutto questo. L’ospedale di Bint Jbeil proprio ieri è stato colpito. Anche l’ospedale, sì. Non abbiamo più acqua né corrente elettrica. Per mancanza di posti letto molte donne in questo periodo preferiscono partorire nelle scuole dove sono accampate o nei rifugi per non togliere un posto letto a un ferito grave – continua Fadi – Quando un ferito arriva in ospedale si può vedere dalle sue bruciature se si tratta di bombe normali o di bombe al fosforo. Ci sono degli esperti che analizzano le ferite specialmente per le vittime del sud. La situazione è più grave di quella che vedete alla televisione. Al sud c’è bisogno di medicine, e purtroppo alcuni camion che li trasportano vengono bombardati e quindi davvero si vive bloccati e si cerca di fare quel che si può”, conclude il dottor Fadi.

Orribili conseguenze. Il dottore Walid Massoud spiega la differenza tra un ferito colpito da una bomba normale o da una al fosforo: “Quando in ospedale arriva un cadavere bruciato ma con i capelli e i baffi intatti allora è stato vittima di una bomba al fosforo. Le bombe normali bruciano tutto il corpo compresi i capelli – spiega Walid – Il fosforo brucia solo al contatto con un tessuto vivente, e in effetti i capelli i baffi e la barba non lo sono. Oltre a questo, un corpo vittima di una bomba al fosforo ha un odore terribile, differente dagli altri corpi. Per quanto riguarda i feriti invece la situazione cambia di molto. Un ferito che presenta bruciature da una bomba al fosforo, appena le sfiora, avverte dei dolori lancinanti. Il fosforo è radioattivo, brucia tutto quello che è vivo. Oltre a questo ci sono anche bombe a gas, che provocano nel paziente una grande lacrimazione e una tossicità dei tessuti (vari eritemi) e anche danni neurologici. Bisogna ricordare purtroppo che il gas di una bomba al fosforo si diffonde fino a 150 metri e brucia la pelle fino alle ossa”.

Dubbie le armi, sicuri gli effetti. Gli effetti descritti dal dottor Massoud, al pari di altre testimonianze di medici libanesi emerse in questi giorni e delle denunce dell’ong Usa Human Rights Watch, potrebbero essere conseguenza, più che delle bombe al fosforo, dell’utilizzo di ordigni termobarici. Queste armi producono una devastante onda d’urto e un micidiale impatto termico sulle persone che si trovano nelle vicinanze, “prosciugando” di fatto i corpi dall’acqua che contengono, e lasciando i capelli apparentemente intatti. Qualunque sia la natura di questi ordigni, una cosa è certa: non servono allo scopo dichiarato dall’esercito israeliano, colpire i bunker in cui si nascondono i leader di Hezbollah. Servono a uccidere le persone. Quasi sempre civili.