Bologna, nei discorsi la strage non è fascista

Polemiche sì, fischi in piazza quest’anno no e dire che non solo il centrodestra dal 2001 in avanti ma anche il centrosinistra c’era passato (toccò al presidente del Consiglio Amato nel 2000 e al vice presidente Mattarella l’anno precedente) e che questa volta, per il 26esimo anniversario, l’esecutivo di Romano Prodi ha scelto il basso profilo spedendo a Bologna a commemorare la strage della stazione solo il ministro per l’attuazione del programma Giulio Santagata. Se c’è una novità è che la frase «strage fascista», che pure sta scolpita nel marmo della targa commemorativa è scomparsa dai discorsi ufficiali. Non l’ha pronunciata Santagata, ma soprattutto ha glissato il sindaco Sergio Cofferati che pure l’anno scorso diceva che «25 anni non sono bastati per rimarginare le ferite di una strage fascista» e ieri ha parlato più in generale di «tentativo di mettere in discussione i fondamenti della democrazia, le regole che garantiscono la libertà da parte dello stragismo rosso delle Br così come del terrorismo nero fascista».
Sullo sfondo i dubbi che ancora circondano la sentenza definitiva per la strage del 2 agosto 1980 che fece 85 vittime innocenti, con i neofascisti Valerio Fioravanti e Francesca Mambro condannati come esecutori che si dichiarano innocenti e le rivelazioni successive alla sentenza che parlano di scenari alternativi alla matrice fascista da strategia della tensione, puntando sulla possibile presenza a Bologna in quei giorni di un elemento dell’organizzazione del super terrorista Carlos o su una ritorsione nei confronti dell’Italia da parte del Fronte popolare palestinese per il mancato rispetto di inconfessabili accordi segreti.
Non hanno parlato di strage fascista nel loro messaggio ai familiari delle vittime il presidente del Consiglio Romano Prodi e il presidente del senato Franco Marini, e nemmeno il presidente della camera Fausto Bertinotti che ha parlato del 2 agosto del 1980 come «uno dei simboli più drammatici dell’orrore cui è potuto giungere il terrorismo nel nostro paese». E’ rimasto così solo il presidente dell’associazione dei familiari delle vittime Paolo Bolognesi nel suo attacco ai «depistaggi continui e reiterati» che avrebbero l’intenzione di «distogliere l’attenzione dai rapporti tra lo stragista Fioravanti e i servizi segreti, allontanare l’idea dell’intreccio tra vertici politici, terroristi neofascisti, loggia massonica P2, banda della Magliana, uomini dei servizi di sicurezza, intreccio scellerato che sta all’origine dell’attentato alla stazione di Bologna». Bolognesi, cui pure non basta la verità processuale che ha condannato gli esecutori perché considera la mancata individuazione dei mandanti come «il fallimento di un’intera generazione politica che non è stata capace di vincere l’omertà di stato a scapito della verità», ha ricavato dal suo intervento una querela dall’onorevole di An Enzo Raisi perché ha parlato di «depistaggio istituzionale» a proposito della commissione Mitrokhin.
E se il ministro Santagata ha scansato i fischi della piazza che l’anno scorso avevano quasi impedito a Giulio Tremonti di parlare, pure il suo intervento ha sollevato polemiche da parte di Francesco Cossiga che, va ricordato, il 2 agosto del 1980 era il presidente del Consiglio in carica. Santagata ha dribblato le contestazioni annunciando un’iniziativa del governo in favore dei familiari delle vittime con la nomina di un commissario straordinario per l’attuazione di una legge del 2004 che ha introdotto «nuove norme a favore delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice». E pure ha promesso una riforma del segreto di stato «che andrà limitato nel tempo». Parole che non sono piaciute a Cossiga – sostenitore della pista palestinese e dell’estraneità di Mambro e Fioravanti – che ha ricordato come nel caso della strage di Bologna il segreto di stato non sia stato mai posto. Proprio quello che però, lo testimonia il testo del discorso pubblicato sul sito del governo, Santagata non aveva mancato di precisare. Ma è destino che l’anniversario della strage di Bologna sia celebrato nelle polemiche.