Sergio Cofferati tira dritto per la sua strada ma sul percorso prova a fare lo sgambetto ai partiti della sinistra che lunedì gli avevano dato l’ultimatum: o con noi per rilanciare la maggioranza o con Alleanza nazionale. Ieri il sindaco di Bologna ha fatto sapere che non si ferma il suo confronto con An sulla sicurezza: «nei prossimi giorni», ha spiegato, «manderò una lettera al capogruppo (il finiano Enzo Raisi) per riassumere la discussione fatta, individuando i punti di convergenza che ci sono stati e registrando quelli di legittima diversa valutazione». Ai consiglieri di Rifondazione, dei Verdi, del Cantiere e di Sinistra democratica, invece, il sindaco ha mandato a dire, attraverso una conferenza stampa, che non ha nessuna intenzione di cambiare la maggioranza; semmai di rilanciarla attraverso la condivisione «del programma e dei suoi arricchimenti» e tramite un’«assunzione leale delle responsabilità della maggioranza»; per questo ha pensato di proporre a un esponente dei partiti della sinistra che lo criticano un assessorato alla casa (togliendo la delega al diessino Virginio Merola) e alle politiche giovanili. I nomi dei due papabili li ha fatti lo stesso Cofferati: Roberto Sconciaforni, capogruppo del Prc, e Giangiudo Naldi, capogruppo di Sinistra democratica, «persone che conosco bene», ha spiegato. Un’offerta «svilente e sbagliata», ha subito replicato Sconciaforni, perché riduce a un fatto di posti in giunta la proposta di discussione fatta dalla sinistra alternativa a partire dai problemi della città, dagli alloggi, alla cultura, alla tutela dell’ambiente, all’efficacia della politica. È stato scorretto fare i nomi anche secondo Naldi, che rimanda il sindaco al documento programmatico presentato lunedì. Come fa anche Sconciaforni che sottolinea: «Non siamo in giunta con Cofferati non perché non ci sappiamo assumere responsabilità, ma perché c’è un dissenso politico rispetto all’impostazione di questa amministrazione». La conferenza stampa di Cofferati non è piaciuta ai sei consiglieri critici sull’operato della giunta Nel pomeriggio di ieri hanno avuto un confronto allargato ai segretari dei partiti della sinistra alternativa (Prc, Verdi, Cantiere, Sd, Pdci e Sdì) da cui è uscito «un accordo unitario per un documento», assicura Tiziano Loreti, segretario della Federazione provinciale del Prc; la mossa del sindaco è stata giudicata non solo «assolutamente negativa» ma anche «fumosa e offensiva», soprattutto per la proposta ai capigruppo di Rifondazione e Sd di entrare in giunta. È «un tentativo per sviare l’attenzione da un accordo fatto con An, che lo stesso sindaco ha confermato di avere», rincara Loreti che aggiunge: il 3 ottobre incontreremo Cofferati e gli chiederemo una smentita ufficiale di qualsiasi accordo con An, altrimenti i consiglieri lo riterranno fuori dalla maggioranza e non si sentiranno più impegnati». Nella conferenza stampa di ieri Cofferati si è anche pronunciato sul testo programmatico della sinistra: «un documento di 31 pagine per una rottura rappresenta davvero una bizzarria», ha commentato. Come dire: per rompere basta meno. «Io vado avanti a fare quello che mi hanno chiesto di fare col loro voto i cittadini di Bologna», chiarisce Cofferati, che però finora non si è espresso sul merito delle critiche e delle richieste. «Perché ci sia una crisi», avverte Cofferati, «si devono dare queste condizioni: un voto di sfiducia al sindaco, la dimissione contestuale di più della metà dei consiglieri oppure non votare il bilancio; il raggruppamento della sinistra radicale
sappia che per arrivare a questi risultati deve fare un accordo conAn».
Galeazzo Bignami, consigliere di An, coglie la palla al balzo: «Come siamo stati disposti alavorare con Cofferati sulla sicurezza per il bene della città, così siamo disposti ad allearci con la sinistra». Poprio questo genere di affermazioni preoccupala sinistra: il sindaco «non ha chiarito la natura del rapporto politico con An, lasciando ambiguamente spazio alle loro dichiarazioni», insiste il capogruppo dei Verdi Roberto Panzacchi e aggiunge che proprio per questo è «indifferibile una dichiarazione del sindaco formalmente e sostanzialmente inequivocabile di rinuncia all’accordo politico-programmatico con Alleanza nazionale». Ieri in tarda serata si riuniva anche la sinistra di movimento per discutere di quello che non va nel governo della città. L’appello eloquente, «andiamo da un’altra parte prima che sia troppo tardi», è stato lanciato da Marco Trotta (giornalista di Carta già portavoce del Bologna social forum) .Valerio Monteventi (consigliere comunale indipendente eletto nelle liste di Rifondazione) e Franco Berardi Bifo (insegnante e scrittore familiare ai lettori di Liberazione).