Blair ha il suo nuovo missile nucleare grazie ai Tories

Era la prima volta che il parlamento aveva la possibilità di votare sul futuro della Gran Bretagna fuori o dentro al nucleare. La rivolta è stata storica, la più numerosa dal dibattito sull’invasione dell’Iraq. Non è bastato. Il governo di Tony Blair ha portato a casa la vittoria, dopo sei ore di acceso dibattito. Ma ci sono voluti i voti dei conservatori per far passare la mozione governativa che chiedeva il rinnovo del sistema di difesa nucleare Trident.
Prima del dibattito di mercoledì sera in parlamento c’erano state le dimissioni di tre sottosegretari e le proteste di ambientalisti, movimento no war, no nuke, oltre a decine di personaggi celebri. Non è bastato. Tony Blair usando i toni apocalittici che aveva già usato per convincere la maggioranza del parlamento (il paese in realtà non l’ha mai convinto) che Saddam Hussein era una minaccia per la sicurezza inglese con le sue armi di distruzione di massa, ha lanciato alla House of Commons un aut aut. O si rinnova il Trident o la Gran Bretagna sarà esposta a rischi enormi.
Prima del voto finale c’era stato l’estremo tentativo dei ribelli di far passare una mozione che ritardava la decisione sul sistema missilistico, visto che la necessità di un suo rinnovo non era affatto dimostrata. Hanno votato a favore dell’emendamento 95 deputati laburisti. Mozione respinta. Quindi, il voto finale, con i ribelli Labour scesi a 88 (complessivamente i voti contrari sono stati 161, quelli a favore 409). Ma l’apporto dei Tories è stato comunque decisivo. Anche perché ormai il governo Blair rischia di andare in minoranza se poco più di 40 deputati Labour decidono di votare contro.
Per Jon Trickett, uno dei ribelli che in queste settimane più ha fatto sentire la sua voce, «il governo ci ha imposto una decisione in maniera affrettata. Ma soprattutto – aggiunge – l’ha fatto per assicurare che la linea Blair proseguirà anche dopo il passaggio delle consegne a Brown. Non c’era alcun bisogno di arrivare così frettolosamente a una decisione su una questione importantissima per il paese, ma bisognava garantire un futuro alla linea Blair anche sulle scelte nucleari». Trickett è amareggiato per la sconfitta ma anche per il fatto che il dibattito è stato «nei fatti troncato, le spiegazioni del governo sono state approssimative e parziali. La realtà è che non c’era alcun bisogno di prendere così presto una decisione che ci impegnerà per i prossimi 50 anni e costerà 76 miliardi di sterline». Per questo Trickett aveva proposto, assieme ad altri laburisti, una petizione in cui si chiedeva più tempo per decidere sul Trident. Per Trickett «il nostro governo dovrebbe essere impegnato nella ricerca di nuove iniziative diplomatiche per raggiungere il disarmo nucleare. Ma come può farlo se è il primo a riarmarsi?» Il parlamentare non manca di sottolineare le analogie con il dibattito sull’invasione dell’Iraq. Anche in quel caso, dice, Blair «ha usato argomenti che poi si sono rivelati falsi per sostenere che la guerra era inevitabile». Guerra che ieri il premier ha nuovamente difeso. Parlando a Sky Blair ha detto che “finchè il mondo occidentale non la smetterà di chiedere scusa per i suoi valori, di chiedere scusa per ciò che le sue truppe stanno facendo in Iraq e Afghanistan, non sconfiggeremo mai i tentativi di chi con il terrorismo vuole distruggere la democrazia. Finiremo in una situazione in cui più queste persone si comportano male, più aumenteranno le ragioni di un nostro ritiro, anzichè la nostra determinazione a portare a termine un giusto compito».
Il sistema missilistico Trident, commissionato da Margaret Thatcher nel 1980, è un sistema di difesa marino, composto da tre elementi: i sottomarini, le testate nucleari e i missili. Le testate nucleari sono 200.