BIJU MATHEW “TAXI! DRIVER IN RIVOLTA A NEW YORK”
(Feltrinelli, 2006, 14,50 £)
Un’opera avvincente e rigorosa, “Taxi!”, il cui autore è un professore universitario, prestato per passione alla militanza sindacale nella New York Taxi Workers Alliance, il movimento di base dei conducenti di auto pubbliche nato a metà anni ‘90 per dare ai taxisti della Grande Mela un’organizzazione capace di difenderli dalle sopraffazioni compiute da agenzie di brokeraggio, padroni dei garage e delle licenze di circolazione e amministrazione municipale, con il complice silenzio delle centrali sindacali ufficiali.
Un libro che, con un linguaggio al tempo stesso semplice e accurato, analizza la storia e gli sviluppi del settore occupazionale delle auto pubbliche e dei suoi molteplici rapporti con la storia, l’economia complessiva e le trasformazioni urbane, sociali e produttive della grande metropoli statunitense.
Ma anche la cronaca appassionata delle vicissitudini di una forza lavoro immigrata sottoposta a soprusi, umiliazioni e truffe di ogni tipo, che decide di organizzarsi per riprendersi dignità, diritti e rispetto in una New York segnata dagli attentati alle Twin Towers e stretta tra pulsioni xenofobe, processi di impoverimento e isteria securitaria.
La storia, raccontata in presa diretta, della fatica, dei dubbi e degli entusiasmi di lavoratori provenienti dai Paesi del Terzo Mondo e appartenenti a oltre 80 etnie diverse, che scoprono, tra una corsa verso l’aeroporto e un’assemblea notturna in un parcheggio, la solidarietà e la forza della loro unità.
E che, a volte, la spuntano e impongono le loro ragioni al sindaco Giuliani ( che non esita a definire questi lavoratori delle “mele marce”) e ad un padronato arrogante ed in odore di malavita.
Una bella iniezione di ottimismo ed una sonora e liberatoria risata in faccia ai tanti (e troppo interessati) becchini della classe lavoratrice.