Bergamo, 5 morti in un mese. Oggi sciopero nelle Marche

Non ce l’ha fatta ed è morto nella notte fra mercoledì e giovedì l’operaio egiziano di 25 anni rimasto ferito mentre stava lavorando in un cantiere della AV Strutture, a Calvenzano in Provincia di Bergamo. L’incidente, causato da un carrello per il trasporto del materiale che ha schiacciato l’uomo, è il quinto dall’inizio del mese che si conta nella provincia lombarda.
Altro settore, ma la musica non cambia. Nelle Marche oggi sarà sciopero di 15 minuti di tutti i ferrovieri ad ogni inizio turno e di 5 prima della partenza dei treni. La protesta «simbolica» è stata indetta da tutte le segreterie sindacali della Regione in segno di solidarietà con la famiglia del capo operaio che, a 34 anni, ha perso la vita mentre stava lavorando. E’ successo mercoledì pomeriggio, quando l’uomo è stato travolto da un treno mentre lavorava sui binari della stazione di Civitanova Marche. Oltre al cordoglio c’è però l’indignazione per quello che non viene fatto per garantire la sicurezza ai lavoratori: «La continua riduzione di personale e la diminuita attenzione alla sicurezza da parte dell’azienda non sono estranee a disgrazie di questo genere» scrivono infatti i sindacati.

Insomma, la scia degli omicidi bianchi non accenna ad estinguersi, nonostante gli appelli del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e del Presidente della Camera, Fausto Bertinotti. Il fatto che le più alte cariche dello Stato continuino a denunciare fatti di tale portata, che cominciano a trovare maggiore spazio anche sugli organi di informazione – vedi la campagna dell’Osservatore Romano – potrebbe essere il segnale di una ritrovata attenzione nei confronti di questa guerra sommersa, ma dai numeri impressionanti: quattro morti al giorno, certificati, sono un dazio che nessun Paese che si dichiari civile può permettersi di pagare. Mercoledì mattina, il ministro del lavoro Cesare Damiano ha tenuto una conferenza stampa per illustrare i futuri possibili interventi in materia di sicurezza e prevenzione. Rosa Rinaldi, sottosegretaria al Ministero, indica cosa ha in mente il Governo: «L’ultimo gravissimo incidente (si riferisce a quanto avvenuto mercoledì a Frosinone, Ndr) ci conferma l’emblematicità del problema e ci spinge a metterci subito al lavoro e prestissimo, forse già la prossima settimana, inizieremo a discutere con il ministro delle infrastrutture Antonio Di Pietro sulla possibilità di rimettere mano agli appalti al massimo ribasso». E’ l’edilizia infatti il settore più “assassino” e la teoria del massimo ribasso contribuisce e non poco: «Il ribasso va a colpire sempre e soltanto i materiali e la manodopera. Per questo poi succedono le tragedie» spiega Rinaldi. C’è poi da potenziare il servizio ispettivo perché «non è possibile che un ispettore vada in un cantiere e trovi registrati 2 o 3 operai quando il palazzo in costruzione è già arrivato al quarto piano. E chi lo ha costruito? Questo evidenzia come le ditte facciano ampio ricorso al lavoro nero, che è strettamente legato agli incidenti. Allora c’è bisogno che le aziende si dotino di registri di inizio lavoro, che li aggiornino costantemente così che gli ispettori abbiano maggiori possibilità di controllo. Senza dimenticare che daremmo un duro colpo all’evasione contributiva». Questi i primi passi, poi «dovremmo mettere mano al Testo Unico sulla 626 e studiare un modo perché le sanzioni, oltre che a farle vengano anche riscosse» conclude Rinaldi.

Della nuova attenzione mediatica è contenta anche Paolo Agnello Modica, segretaria confederale della Cgil, ma avverte il Governo: «E’ importante che il ministro voglia intervenire sulla materia però deve convocare le organizzazioni sindacali. E non solo lui, deve farlo anche il ministro Turco perché il compito di vigilare è priorità quasi esclusiva delle Asl». I sindacati richiedono un tavolo di confronto, dove indicare le loro priorità: «Oltre ad intervenire sugli appalti, bisogna potenziare i dipartimenti di prevenzione delle Asl, attuare i turc, il tesserino e tutte le altre misure che richiediamo da tempo e mettere in campo energie informative e formative che da una parte controllino e dall’altra rendano visibile come la sicurezza dei lavoratori sia finalmente diventata una priorità».