Fadwa Barghouti è la moglie del parlamentare e leader di Fatah, Marwan, protagonista degli accordi di pace di Oslo e dell’accordo della Mecca dal carcere in Israele dove è condannato a 5 ergastoli. Il nome di Barghouti circola come uno dei nomi sulla lista dei prigionieri da scambiare con il caporale israeliano Gilad Shalit.
E’ così?
Non ci sono informazioni certe sui nomi in lista. Ci sono molte speculazioni. Personalmente sono sicura che il nome di Marwan sia incluso perché escludo esista una fazione o gruppo palestinese o arabo che non lo includerebbe. Marwan è un simbolo della lotta palestinese ed anche un simbolo della dignità araba, non solo in Palestina e tutti sanno che libero lavorerebbe per l’unificazione del popolo e delle fazioni per metterli insieme di fronte all’aggressione ed occupazione israeliana.
Anche la fazione che si presenta come avversaria alla sua corrente in Fatah? Mi riferisco a quella che fa capo a Dahlan.
Occorre differenziare tra due tipi di opinione, una è quella ufficiale di Fatah che include anche il presidente Abu Mazen. Poi c’è l’opinione della base che crede autonomamente che Barghouti debba essere rilasciato in quanto unico in grado di poter riunificare il partito dall’interno.
Cosa potrebbe fare un uomo solo per contrastare l’attuale situazione di caos interno che un’intera classe politica non riesce a fare?
Marwan non sarebbe solo. C’è un enorme numero di persone sulla stessa linea politica. L’intervento sul caos interno non è semplice e non è che Marwan abbia la bacchetta magica. Ma lui avrebbe un piano, una visione, una strategia. Lui riuscirebbe a intervenire nella società fino al punto di isolare i gruppi fuori controllo, lavorerebbe intensamente sul ripristino di legge e ordine e per ricostruire gli apparati di sicurezza. C’è un’altra cosa che distingue Marwan dagli altri leader. Lui è un combattente per la libertà che ha sacrificato la sua vita in carcere per la causa palestinese, cosa per cui è altamente rispettato. Esistono gruppi che invece beneficiano del caos. Lui può parlare in maniera franca e aperta. Dal carcere ha condannato la condizione di caos quando gli altri esitavano ad esprimere critiche, dicendo chiaramente che fomenta il caos non rappresenta la causa palestinese e nulla ha a che fare con la resistenza.
Dal carcere ha chiesto il rilascio di Alan Johnston e nessuno lo ha ascoltato.
Un appello dal carcere è completamente diverso da un ordine dato da libero con la possibilità di avere contatti ed esercitare la propria influenza su ogni questione.
Cosa è cambiato tra gli israeliani rispetto al rilascio di suo marito?
Alcuni leader israeliani ne chiedono la liberazione per la questione Shalit. Poi ci sono quelli che credono nel processo di pace e sanno che per rilanciarlo ci vuole un leader palestinese forte. Oltre ad essere enormemente popolare Marwan ha dimostrato il suo impegno nel processo di pace sedendosi a negoziare con gli israeliani. Ecco perché c’è chi ha aperto un dibattito nella società israeliana per la sua liberazione. Comunque la tendenza generale in Israele non mostra un sostegno forte verso il processo di pace. Noi speriamo che queste voci che lavorano per la pace siano ascoltate. Il governo israeliano non è realmente interessato alla pace. Ha bisogno di un Abu Mazen debole, mentre Marwan libero ne rafforzerebbe la figura. Vogliono continuare a dire di non avere una controparte con cui negoziare. Quello non capiscono è che gli incontri Olmert-Abu Mazen non possono essere solo pubbliche relazioni. Per noi sono mirati a finire quest’occupazione. Se questi vertici non portano a niente, se continua la costruzione del muro, se non rilasciano i prigionieri o non ci danno i nostri soldi il riflesso non potrà essere che drammatico.
Che interesse avrebbe Hamas ad avere Barghouti libero?
E’ loro interesse includere Marwan sulla lista perché per il popolo non sarebbe accettabile rilasciare prigionieri e non Marwan, danneggerebbe la loro immagine. Sanno che Marwan è un forte oppositore di Hamas, ma almeno è democratico e crede nella partecipazione politica. E’ Marwan che ha creato il documento dei prigionieri ed è lui che è stato l’architetto degli accordi della Mecca e per lui non sono slogan.