La Fiat Avio di Pomigliano D’Arco ha scelto di rompere ogni trattativa. Anzi è andata molto oltre con una provocazione in stile anni ’50, come la stessa Fiom ha definito il licenziamento di Antonio Santorelli segretario di fabbrica e presidente del direttivo regionale dell’organizzazione dei metalmeccanici.
Un’azione che arriva dopo alcune settimane di trattative sindacali per scongiurare la cassa integrazione straordinaria a 114 dipendenti, di cui 60 per 24 mesi. «Due anni – spiega Sebastiano Simeoli Rsu Comao, un’azienda interna all’Avio – che per un operaio corrispondono al licenziamento». Fim, Fiom e Uilm avevano proposto un turn over tra i lavoratori in modo tale da fugare ogni dubbio. Ne sono seguiti diversi tavoli di concertazione, prima con l’assessore regionale al lavoro Corrado Gabriele che aveva profilato l’ipotesi di un corso di formazione per la durata di 80 giorni, poi con il prefetto che lo scorso lunedì si era detto disponibile a una mediazione per non arrivare a tagli nell’organico. Il braccio di ferro fra operai e azienda è andato avanti per giorni, dal 3 al 7 marzo i lavoratori hanno incrociato le braccia e manifestato davanti ai cancelli. Poi nella speranza di arrivare a una conclusione positiva hanno portato a un’ora giornaliera gli scioperi. L’Avio però non ha voluto sentire ragioni, determinata a ridurre il personale a causa della perdita di una commessa la scorsa estate: la costruzione del motore Jd8-200 per i Dc-10 dell’Alitalia, che è stata affidata all’israeliana Badek.
«Nonostante ciò – afferma Simeoli – è ancora possibile salvare gli operai, con un’equa turnazione della cig. Ma i padroni vogliono rompere è chiaro. Licenziare Santarelli con una scusa ne è la prova». Ieri i legali dell’azienda avrebbero, infatti, fatto sapere agli avvocati del sindacato che Simeoli era stato sbattuto fuori in seguito a un alterco con un guardiano durante gli scioperi dei giorni precedenti. «Hanno detto che c’è stata un’aggressione – conclude il rappresentante Rsu – una bugia visto che Santarelli è un sindacalista e non uno stupido».
Nel mondo politico è unanime la critica al comportamento dell’Avio. Il segretario generale della Fiom Gianni Rinaldini ha parlato di grave provocazione che porterà inevitabilmente a un aumento della tensione e ha poi chiesto «di non procedere con il licenziamento e di ripristinare normali relazioni sindacali». A nome del segretario di Napoli, Antonio Martino, Rifondazione fa sapere che l’azienda si è messa contro tutto il partito. Dura anche la reazione dell’assessore alle attività produttive della Campania che, dopo aver ricordato l’impegno della regione per sollevare le sorti dell’azienda, ha sottolineato che questo licenziamento «rischia di rendere più difficile un accordo sulla gestione degli ammortizzatori sociali e per un nuovo piano industriale». Per la revoca del provvedimento si sono espressi anche il senatore Tommaso Sodano, il sottosegretario Alfonso Gianni, il deputato del Prc Gennaro Migliore e il segretario regionale Cgil Michele Gravano, mentre dalla Fiom fanno cerchio attorno a un loro membro. «Vogliono impedire la ripresa del confronto – dice Maurizio Mascoli segretario regionale – chiediamo l’intervento del governatore Bassolino e del ministro Damiano». Ieri gli operai hanno scioperato spontaneamente e manifestato davanti alla fabbrica.