Atesia, Damiano non difende i verbali ispettivi

Nuovo capitolo del caso Atesia: il ministero del lavoro avrebbe rinunciato a ricorrere contro il Tar del Lazio, lasciando così decadere i risultati dei propri verbali ispettivi a favore dei processi di stabilizzazione sostenuti dalla finanziaria. Nei mesi scorsi il Tribunale amministrativo aveva sospeso per motivi formali i verbali che nell’estate 2006 avevano scoperchiato il «pentolone» della precarietà. A denunciare la scelta del ministero guidato da Cesare Damiano è il Collettivo precari Atesia, autore dell’esposto all’ispettorato, dopo un incontro con il direttore generale per l’Attività Ispettiva Mario Notaro: il Collettivo annuncia che proseguirà comunque la vertenza, ricorrendo con Rdb e Cobas al Consiglio di Stato contro il Tar.
Al call center più famoso del gruppo Cos – circa 4 mila operatori, la gran parte cocoprò – si è nel frattempo avviato il processo di stabilizzazione, con l’assunzione nei prossimi mesi dei parasubordinati con contratti a tempo indeterminato di 20 ore settimanali e stipendi netti di circa 600 euro al mese, più bassi dunque di quelli che percepiscono come atipici, ma corredati di tutti i diritti tipici del lavoro subordinato (l’articolo 18 e i diritti sindacali in primis). Il tutto grazie alla norma contenuta in finanziaria, che assicura il taglio del cuneo fiscale per le assunzioni a tempo indeterminato e la possibilità di conciliare il pregresso: il Collettivo contesta proprio i «vantaggi» riservati al gruppo di Alberto Tripi (tra l’altro molto vicino ai big dell’Ulivo), scambiati con la rinuncia dei lavoratori ai salari percepiti negli anni di precarietà (l’ispettorato riconosceva infatti il diritto al risarcimento completo, dal 2001 a oggi) e il recupero dei soli contributi (a carico dello Stato e dell’azienda). Chiedono inoltre contratti full time per tutti, a 8 ore, e part time solo per chi ne faccia richiesta. Al contrario, l’accordo siglato con i confederali obbliga gli oltre 6 mila cocoprò del gruppo Cos a part time da 4 ore, seppure in fasce orarie rigide che facilitano il secondo impiego e proponendosi a fine anno una contrattazione per aumentare le ore. Per oggi il Collettivo ha indetto uno sciopero di 24 ore.