Assisi rende omaggio a Pericle Fazzini

Il mese scorso ad Assisi, presso il Palazzo del Capitano del Perdono, oggi sito dell’Unesco, si è inaugurato il “Museo Pericle Fazzini”. Dopo Arturo Martini, Marino Marini, Giacomo Manzù e insieme a Emilio Greco e Leoncillo, Pericle Fazzini (Grottammare 1913, Roma 1987) fu uno dei rappresentanti più raffinati e capaci di una ricerca plastica tutta italiana. Il suo lavoro ritrovò nella temperie della Scuola Romana degli anni ‘30 l’ambiente più adatto per svilupparsi, a partire dalle influenze del Barocco (Bernini, Borromini) che lo avevano scosso fin dal suo arrivo a Roma, nella bottega del padre artigiano del legno.
Il Museo sorge nello spazio prospiciente la Basilica di Santa Maria degli Angeli, costruita nella seconda metà del 1500 sull’antichissima chiesetta francescana della Porziuncola, luogo in cui San Francesco fondò l’Ordine dei frati Minori. La collocazione del museo non è casuale. Piuttosto esprime significativamente il rapporto empatico fra Fazzini, la città di Assisi e la figura di San Francesco (faranno parte della collezione permanente S. Francesco parla e accarezza il lupo, Bozzetto per il monumento a S. Francesco e una serie di sculture di piccole dimensioni ispirate alla figura del Santo).

Il Museo nasce da un’idea di Gianni Ferrazza e Claudio Speranza. Curato da Giuseppe Appella e gestito dalla Fondazione Fazzini, dispone di un Comitato Scientifico composto dal curatore, Pier Giovanni Castagnoli, Michele d’Elia, Fabrizio d’Amico e Rosalba Zuccaro.

Lo spazio espositivo accoglie cinquanta opere fondamentali dell’artista a coprire l’intero percorso creativo (Autoritratto, legno del ’31, Figura che cammina, legno del ’33, Ragazzo con i gabbiani, legno del ‘40-‘44 fino al Bozzetto per Cristo risorto del ‘70-’75); una preziosa selezione di disegni, spesso preparatori dei lavori plastici; una teoria di immagini e documenti che illustrano, oltre che la vita e il lavoro dello scultore marchigiano, anche alcuni aspetti della cultura estetica e non del Novecento.

Accanto all’esposizione permanente dei lavori di Pericle Fazzini, è intenzione del comitato scientifico realizzare una serie di piccole mostre, accompagnate dalla pubblicazione di cataloghi da De Luca, per sottolineare i rapporti intercorsi tra Fazzini e la scultura europea (Arturo Martini, Rodin, Bourdelle, Maillol).

A inaugurare il ciclo di mostre ci pensa ”Piccole sculture” (l’esposizione è in calendario fino al 16 settembre 2006), nell’ambito della quale sono esposte 58 piccole sculture di Fazzini in cera, bronzo, oro e argento realizzate nell’officina di via Margutta (ove lo scultore si formò) tra il ’48 e l’86. Piccole sculture, ma non per questo poco significative. Lo stesso Fazzini, nell’84, ebbe a dire: «Queste piccole sculture sono state molto importanti per me. Mi ci dedico costantemente, tornando spesso su figure che ho fatto molti anni fa, perché il mio lavoro è un continuo tornare alle radici. Non sono meno importanti per le loro dimensioni».

Ricchissimo l’elenco delle mostre previste in calendario, fino al settembre 2008, anno in cui verranno esposti I legni di Giacinto Cerone. Maestri, amici, allievi a confronto, per indagare i molteplici contatti del lavoro dello scultore marchigiano.