L’aggressione del governo di Israele al Libano e al popolo palestinese è una vergogna mondiale.
Ed è una vergogna il fatto che tutti quelli che ci criticano poiché saremmo filopalestinesi, non dicano una parola sul veto che gli Usa hanno messo ancora una volta all’Onu per evitare una – seppur timidissima – condanna ad Israele.
Esprimiamo vicinanza alla lotta del popolo palestinese, continueremo a batterci assieme a loro perchè abbiano una terra in cui vivere.
Chiediamo che venga abbattuto il muro della vergogna.
Chiediamo che il Governo italiano interrompa l’accordo militare con il Governo israeliano.
Si intima a noi, parlamentari che abbiamo espresso contrarietà al disegno di legge sulle missioni militari, di rispettare il programma dell’Unione.
Noi rispondiamo che è il Governo che non sta rispettando il suo programma. Per due motivi:
1) Nel programma c’è scritto che le missioni militari non sarebbero più state votate in blocco come era avvenuto con il Governo Berlusconi. Questa è stata una pressante richiesta della sinistra di alternativa per tutta la passata legislatura. Perchè anche il Governo Prodi ce le fa votare tutte assieme? Perchè abbiamo rinunciato a mettere in pratica una cosa scritta nel programma? Quindi è il Governo e non noi che non rispetta il programma!
2) Nel programma, sull’Afghanistan, non vi è scritto nulla poiché si sapeva che su quel punto non vi era accordo tra le forze dell’Unione. Perchè dovremmo accettare un disegno di legge che ricalca quello del Governo precedente al punto che Fini lo considera praticamente uguale al suo? Si doveva fare una mediazione, ma questo disegno di legge non lo è. Non dimentichiamoci che nel programma c’è il rispetto dell’articolo 11 della Costituzione e la partecipazione alla guerra in Afghanistan è in contrasto con l’articolo 11!
Perchè siamo contrari a questo disegno di legge? Perchè non c’è un elemento di discontinuità con quello varato da Berlusconi. La conferma sta nel fatto che lo schieramento di destra ha deciso di votarlo.
La nostra proposta era ed è semplice: anche per l’Afghanistan bisogna predisporre un calendario per il rientro delle truppe. Inseriamo questo nel disegno di legge e, automaticamente, non ci saranno i voti delle destre e l’Unione si ricompatterà. Ma proprio la “strategia d’uscita” è ciò che non si vuole, infatti D’Alema l’ha definita, con il suo solito modo raffinato, una stravaganza.
A D’Alema che ci ha definito stravaganti e incoscienti vogliamo rispondere che siamo semplicemente contro la guerra. Siamo contro la guerra sia quando siamo all’opposizione, sia quando siamo al Governo. E non accettiamo lezioni di coscienza da chi ha bombardato la Serbia per oltre due mesi. Caro D’Alema vai a chiedere ai lavoratori della Zastava, che hanno avuto la fabbrica distrutta dalle bombe “umanitarie”, chi è incosciente.
Cari compagni e compagne,
chi come me in Rifondazione Comunista ha sempre sostenuto la necessità di una politica di alleanze per battere la destre non può essere accusato di insensibilità su questo. Ma ciò non giustifica il fatto che ad una missione di guerra voti contro se sei all’opposizione e a favore se sei al Governo. Questo è devastante per la nostra credibilità. Se poi il provvedimento lo vota la destra la cosa è ancor più grave.
L’iniziativa di oggi è importante per sottolineare che certe battaglie di principio non cambiano se cambia il Governo. Grazie per l’appoggio e l’aiuto che ci state dando. Il calore di questa sala ci compensa della freddezza che viviamo nelle aule parlamentari e anche dall’amarezza che ci provocano affermazioni pesanti di nostri compagni di partito. Grazie. Stiamo uniti. Ci vediamo tutti il 17 davanti al Parlamento.
15 luglio 2006