Assemblea nazionale del Movimento contro la guerra

ASSEMBLEA NAZIONALE DEL MOVIMENTO CONTRO LA GUERRA

(DOPO IL 19 MARZO RIPRENDIAMO IL CAMMINO)

Domenica 15 maggio, dalle 10,00 alle 16,30, si è svolta a Roma l’assemblea nazionale del movimento contro la guerra, convocata dalle reti promotrici della manifestazione del 19 marzo scorso. Si è trattato di un rilevante snodo politico, per tornare a riunire le diverse anime del movimento e – come recita la locandina di convocazione – per “riavviare la discussione e riprendere l’iniziativa”, tentando di ricomporre una minima piattaforma unitaria di lotta e rispondere alle recenti difficoltà indotte anche all’interno dei movimenti di massa dall’evoluzione del quadro politico e dalla stessa prospettiva di un’alternativa al governo delle destre.

Si può senz’altro dire che l’obiettivo di una riattivazione dei canali di comunicazione è stato conseguito: pur nella diversità di accenti e posizioni, l’appello del comitato promotore è stato raccolto e la sala nei pressi della stazione Termini è risultata stipata da duecento persone, per una grande parte provenienti dal resto d’Italia. Agli interventi introduttivi dei componenti il suddetto comitato (Sergio Cararo per la Rete dei Comunisti, Piero Bernocchi per i Cobas, Bruno Steri per l’area Prc Essere Comunisti, Nando Simeone per l’area Prc Sinistra critica, Anubi D’Avossa Lussurgiu per Action), che è andato a formare la presidenza dell’assemblea, sono seguiti una quarantina di contributi proposti dalle diverse realtà politiche, associative e sindacali.

Accanto ai rappresentanti dei comitati di lotta operanti nei diversi territori sul problema delle basi Nato e Usa – tra cui Mariella Cao del comitato sardo Gettiamo le Basi, Walter Lorenzi e Andrea Venturi del comitato pisano contro la base di Camp Darby, i compagni che operano in Puglia contro la base di Taranto, i siciliani del comitato contro la base di Sigonella, i compagni del comitato di lotta contro la fabbrica di cluster bombs di Colleferro (Lazio) e molte altre realtà di lotta – politicamente significative sono state le presenze di “Basta Guerra” con gli interventi di Piero Maestri e Nella Ginatempo, della Fiom con quello di Alessandra Mecozzi, del “Ponte per” con l’intervento di Fabio Alberti, della maggioranza del Prc con Michele De Palma.

Per la componente Essere Comunisti hanno parlato, tra gli altri, Alberto Burgio e Alessandro Leoni.

La discussione ha riproposto in primo piano gli obiettivi “senza se e senza ma” già propri della piattaforma della manifestazione del 19 marzo (in netto contrasto con l’ulteriore involuzione dell’atteggiamento di ampi settori del centro-sinistra in tema di politica estera e di consolidamento dei rapporti transatlantici): ritiro immediato delle truppe italiane dall’Iraq, opposizione a qualunque impresa bellica del governo attuale come di quello futuro, che risponda a un quadro unipolare o multipolare e con o senza avallo dell’Onu, coordinamento e rilancio delle vertenze aperte nel nostro territorio nazionale contro la presenza delle basi Usa e Nato, amplificazione della connessione stretta tra aumento delle spese militari e taglio della spesa sociale.

Sono state confermate alcune proposte di mobilitazione: per il 2 giugno, l’organizzazione di una controparata di pace a Roma che giri attorno ai luoghi della parata militare propriamente detta; l’impegno a fare di alcuni territori (in particolare, de La Maddalena, di Camp Darby, di Taranto) i punti trainanti della lotta contro le basi militari e per il recupero di sovranità da parte del nostro paese. Si è inoltre iniziato a discutere (con opinioni ancora differenziate) in merito alle iniziative da prendere in occasione dell’11 settembre prossimo, data della marcia pacifista Perugia – Assisi organizzata dal Tavolo della Pace.

Complessivamente, questa giornata fa registrare un positivo risultato politico. Il movimento contro la guerra in Italia può ancora far sentire la sua voce ed anche i più incerti devono prenderne atto e restare agganciati.

Essere Comunisti può con soddisfazione confermare di esserne oggi componente essenziale e visibile.

Roma, 16 maggio 2005