Arcosinistra: addio falce e martello

– La notizia era nell’aria da qualche giorno e oggi verrà ufficializzata: la Sinistra Arcobaleno correrà alle prossime elezioni senza il richiamo dei vecchi “simbolini” storici dei partiti che la compongono. E con Fausto Bertinotti candidato a leader. Prc, Pdci, Verdi e Sd rinunciano quindi a richiamare in “prima pagina” i vessilli che li hanno accompagnati fino ad oggi. E se per la compagine di Fabio Mussi, nata da pochi mesi, la scelta non rappresenta un trauma, per quanto riguarda gli altri compagni di avventura il discorso cambia. Il “sole che ride”, ma soprattutto la falce e il martello, rappresentano icone evocative capaci di catalizzare, da sole, un ampio consenso i termini di voti. «A prescindere da chi ci sia dietro» diceva qualche giorno la capogruppo del Pdci al Senato Manuela Palermi, palesando il timore che qualcuno alla sinistra del loro progetto se ne appropriasse. Proprio per queste ragioni il partito di Oliviero Diliberto è stato quello che ha opposto la maggiore resistenza nei confronti di questa storica decisione. Ancora ieri, mentre era in corso l’ultima riunione per limare i dettagli in vista della presentazione del simbolo, le voci di corridoio che vedevano i Socialisti di Enrico Boselli in procinto di apparentarsi con l’Arco-sinistra hanno provocato un ultimo sussulto da parte di Diliberto. «Non sappiamo nulla di incontri fra Bertinotti e Boselli – diceva il segretario Pdci – ma se queste indiscrezioni fossero vere e si costituisse una coalizione di forze della sinistra, dentro questa coalizione ci sarebbero sicuramente e senza subordinate anche i Comunisti Italiani con il loro simbolo». Come dire: abbiamo accettato a malincuore la scelta del simbolo, non vi azzardate a farci altre sorprese o facciamo marcia indietro. Una “minaccia” sortiva l’immediata smentita di Bertinotti, che interrompeva persino la riunione per rassicurare tutti sull’inconsistenza delle voci relative ad un accordo col Ps. Alle urne spetterà responso sulla scelta del simbolo.