Oplà. Siamo al trionfo della globalizzazione, nel senso di un indistinto mondo di guerra permanente. Ieri Richard Holbrooke, uno degli artefici della pace di Dayton con Milosevic, e poi della guerra «umanitaria» della Nato contro Milosevic, ha indicato che in Iraq c’è «una sola soluzione: fare una federazione come in Bosnia». Dove è bene dire che, con Dayton, non c’è nessuna «federazione» reale, al di là delle parole ufficiali: i musulmani governano Sarajevo e una parte della Bosnia, i croati puntano alla separazione dell’Erzegovina e a ricongiungersi alla Croazia, i serbi moderati che governano Banja Luka, di fronte al «furto del Kosovo» minacciano l’indipendenza e la ricongiunzione con la Serbia. Ma tant’è, la proposta come si dice fa effetto e dà il segno della scia di sangue che disegna il mondo di fine millennio e a inizio del nuovo. Così prima abbiamo fatto tabula rasa, come una nuova seconda guerra mondiale, a Jakarta nel 1965 con il massacro di tutti i comunisti e delle minoranze cinesi, poi con la scritta «Jakarta» apparsa nella notte dell’11 settembre sui muri di Valparaiso, abbiamo indonesizzato il Cile democratico di Salvador Allende. Di seguito abbiamo cilenizzato il continente africano durante il periodo della guerra fredda, in Angola e Mozambico per esempio, come pure il Centroamerica. Infine abbiamo balcanizzato il Medio Oriente a partire dal Libano. Poi abbiamo libanizzato la Jugoslavia, s’intende anche con l’aiuto dei criminali nazionalismi interni. Infine abbiamo balcanizzato l’Iraq con l’intento di irachizzare anche l’Afghanistan. E ora il cerchio torna a chiudersi con la proposta Holbrooke di bosniacchizzare quel che resta del territorio iracheno, risorse petrolifere incluse. Abbiamo? In realtà è stata una fatica immane, di eccidi, provocazioni, incidenti inventati, lavoro d’intelligence dove è accaduto che la stessa intelligence si facesse la guerra intestina. E probabilmente è questa geografia di morte che è tornata lì dov’è nata, cioè si è «americanizzata» al punto da arrivare all’11 settembre. Apprendisti geografi o apprendisti stregoni?