Appello: Lazio regione smilitarizzata

Appello: LAZIO REGIONE SMILITARIZZATA
Il movimento “contro la guerra senza se e senza ma” si impegna a lottare per la smilitarizzazione dei territori e la chiusura/riconversione delle basi militari. Vogliamo riappropriarci della nostra terra e delle nostre risorse secondo un progetto di pace. Per questo apriamo una vertenza con l’ente regione del Lazio per ottenere la smilitarizzazione e il disarmo della nostra regione. A questo scopo chiediamo al nuovo Presidente, alla nuova giunta regionale ed al Consiglio Regionale di dichiarare il Lazio regione smilitarizzata e di impegnarsi formalmente a sostenere la piattaforma delle politiche di disarmo qui di seguito elencate:
CONTRO
– la militarizzazione dei territori della regione con poligoni di tiro, basi militari e CPT, compresi gli insediamenti della Difesa italiani che partecipano alla guerra globale (come l’eliporto-aeroporto Savini) o che recano danno alla salute delle popolazioni e all’ambiente;
– l’uso dei porti (come quello di Gaeta) per l’attracco di sommergibili a propulsione nucleare ed altri mezzi navali con armi atomiche;
– l’uso di munizioni a uranio impoverito nelle esercitazioni militari e lo stoccaggio di armi all’uranio ;
– la creazione di laboratori per la ricerca sulle armi biologiche (come il reparto dell’Ospedale Spallanzani a Roma) o di altre armi chimiche o batteriologice per la distruzione di massa;
– il reclutamento nell’esercito professionale attraverso la propaganda militarista nelle scuole e l’uso delle strutture universitarie e di ricerca a fini bellici o per la tecnologia militare;
– l’utilizzo del territorio del Lazio e delle infrastrutture civili (ferrovie, porti, autostrade, aeroporti ed eliporti) per qualsiasi tipo di azione militare contro altri popoli;
– la creazione di nuove basi o insediamenti per i nuovi armamenti della Forza Europea di rapido intervento;
– la presenza delle basi militari USA e NATO, con le connesse servitù militari, a partire dalla revoca degli accordi bilaterali secretati e dalla riconversione di tutte le strutture e insediamenti relativi.
-la produzione delle fabbriche d’armi, a cominciare dalla urgente messa al bando delle cluster bombs e della fabbrica Simmel di Colleferro che le produce.

A FAVORE DI
– il monitoraggio sanitario e ambientale delle zone coinvolte dalle attività delle strutture militari;
– la pubblicazione dei piani civili di prevenzione e di emergenza contro il rischio nucleare che devono essere predisposti dalle prefetture delle 11 città il cui porto è adibito al transito ed alla sosta di unità a propulsione nucleare;
– la chiusura immediata dei poligoni di tiro e di tutti gli insediamenti militari che recano danno e rischi alle popolazioni insediate;
– la riconversione delle basi militari in strutture civili e di pubblica utilità ed il risanamento dei territori;
– la revoca dell’accordo militare per l’uso di Ciampino come aeroporto militare delle forze Usa;
– la chiusura del CPT di Ponte Galeria;
– la smilitarizzazione delle scuole e della ricerca e la diffusione della cultura di pace e del ripudio della guerra (art. 11);
– il sostegno finanziario e politico ai progetti di riconversione delle fabbriche d’armi.
A proposito di quest’ultimo punto si sottolinea l’importanza di avviare urgentemente processi di conversione dal militare al civile degli insediamenti militari, in favore di programmi elaborati dal basso di “conversione preventiva”, finalizzata all’avvio di attività sociali e di lavoro rispettose della vita delle popolazioni e dell’ambiente ed in aperta dissociazione da ogni complicità con la guerra preventiva globale.

Laboratorio di resistenza alla guerra di Roma
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I MODULI DELLE FIRME RACCOLTE VANNO SPEDITI A
Nella Ginatempo – via Enna 39 – 00182 Roma