NEW YORK
A un mese esatto dal massacro del World Trade Center e del Pentagono, mentre ogni conto delle vittime è ancora in alto mare (i corpi ritrovati finora tra le macerie newyorchesi sono meno di un decimo del totale delle vittime presunte, 442 contro 4815), gli americani stanno sostituendo lo shock della strage – che resta comunque prevalente a New York, la città più orrendamente colpita, dove il ricordo dell’11 settembre impiegherà mesi o anni a storicizzarsi – con la psicosi da bio-terrorismo.
Non che si siano segnalati nuovi casi di carbonchio (o sospetti tali) nell’arco delle ultime 48 ore: il bilancio dell’oscura vicenda è ancora fermo a un uomo morto della terribile e fulminante malattia una settimana fa, un suo collega ritrovato infetto con la stessa specie di batteri, così come uno o più oggetti nell’ufficio delle due vittime (la sede di una società editoriale a Boca Raton, in Florida) e una terza persona, legata alla stessa società, con sintomi di una sospetta ma ancora non confermata infezione da carbonchio.
La novità delle ultime ore – ma è ancora tutta da confermare – sta piuttosto nel fatto che dalle prime analisi sembrerebbe che i batteri trovati nei due casi certi non appartengano a un ceppo “naturale” ma ad uno creato artificialmente negli anni ’50 nei laboratori di ricerca militari dell’Iowa (il carbonchio, o antrace, è una malattia infettiva di alcune specie animali erbivore che in alcuni rari casi si trasmette all’uomo e che è stata presa come base per costruirne delle varianti micidiali a fini bellici). La notizia, se confermata dalle analisi successive, escluderebbe che si sia in presenza di un incidente “naturale”, rafforzando dunque l’ipotesi di un’azione criminale – anche senza dire molto sui possibili autori, dato che in cinquant’anni le possibilità che delle culture di carbonchio siano finite in mani sbagliate sono ovviamente notevoli.
Come che sia, è molto interessante notare quanto questa notizia indebolisca l’idea stessa dell'”attacco esterno” contro gli Stati uniti e apra invece un ben più inquietante scenario di “nemici interni” (sia pur con una regìa o un collegamento all’estero) contro i quali non ci sono bombardamenti o attacchi di Delta Force che tengano (uno scenario che purtroppo prefigura invece pesanti conseguenze sul piano delle libertà civili e dei diritti). Anche se emergesse un collegamento tra l’arrivo del carbonchio “militare” sui tavoli dell’American Media Inc di Boca Raton e la presenza a poche miglia di distanza di alcuni dei presunti dirottatori suicidi dell’11 settembre, resterebbe sempre da capire di quali complicità americane questi uomini – o chi per loro – abbiano potuto usufruire: una questione delle più scomode per gli inquirenti e per l’insieme della società statunitense.
Di fronte a questi ultimi sviluppi della bio-inchiesta, il crescere di una comprensibile psicosi tra i cittadini è evidenziato dal boom nelle vendite del vaccino anti-carbonchio prodotto dalla tedesca Bayer (il “Cipro”, di cui pare stiano facendo scorta anche le ambasciate e gli altri uffici governativi americani all’estero), cresciute nell’ultima settimana del 25%. Le scorte del farmaco nei magazzini in America sono quasi esaurite.