A Sud di Kabul un alpino italiano è stato ucciso da una bomba esplosa al passaggio di un convoglio militare dell’Isaf. Altri cinque sono rimasti feriti, due dei quali versano in gravi condizioni. Lo stesso attacco militare ha provocato la morte di un bambino afgano e il ferimento di altri cinque civili. Quasi in contemporanea nella città di Lashkar Gah, davanti all’ufficio del governatore della provincia di Helmand, almeno 12 persone sono state uccise da una seconda esplosione. Esprimiamo la massima solidarietà alle famiglie delle vittime, confidando nella piena guarigione dei feriti.
Gli attentati di oggi ci dimostrano che la guerra semina quotidianamente lutti, dolore, sofferenza.
Ognuno di noi deve sentire l’urgente responsabilità politica e morale di adoperarsi affinché questa carneficina si arresti.
Ogni giorno senza ritirare le truppe i nostri soldati sono a rischio. Ogni giorno senza ritirare le truppe è, in Afghanistan, un giorno di combattimenti e di guerra. Ascoltiamo il movimento pacifista e la gran parte del popolo e dell’opinione pubblica: ritiriamo immediatamente dall’Afghanistan, come dall’Iraq, i militari italiani.