Proposta di Ordine del Giorno per la Conferenza dei Giovani Comunisti/e di Massa Carrara, riunitasi sabato 8 luglio 2006.
Il governo si appresta a varare il ritiro dei soldati italiani dall’Iraq. E’ una scelta importante in sintonia con le aspettative del popolo pacifista che ha contribuito alla vittoria dell’Unione. Tuttavia il rispetto di quelle aspettative esigerebbe una maggiore chiarezza e determinazione nelle operazioni di rientro che vanno al più presto calendarizzate in condizioni di sicurezza per il soldati italiani ma in tempi rapidi. Altrettanta sintonia non sembra essersi finora registrata per quanto riguarda l’Afghanistan.
In Afghanistan le truppe italiani sono infatti collocate in un chiaro contesto di guerra che tenderà inesorabilmente ad aggravarsi per effetto della decisione Nato di aumentare le truppe e di estendere la propria azione al sud del paese con l’obiettivo di alleggerire la presenza dei soldati Usa inquadrati nella missione Enduring Freedom.
L’Afghanistan rappresenta la prima scelta di guerra del governo Berlusconi nell’ambito della guerra globale preventiva inaugurata dall’amministrazione Bush.
L’occupazione militare di Afghanistan e Iraq il frutto di una aggressione imperialistica in palese violazione del diritto internazionale, del trattato costitutivo delle Nazioni Unite e di ogni legittimità politica. La sola ragione che giustifichi la presenza militare sia la necessità da parte degli USA, della Gran Bretagna e delle altre potenze occidentali ad esse alleate, di garantirsi il controllo strategico dei territori, delle fonti e delle reti di approvvigionamento energetico tanto nell’Asia centrale che nel medio oriente.
Né la guerra né la conseguente occupazione a mano armata di Afghanistan e Iraq hanno nulla a che fare con la lotta al terrorismo, con le esigenze di esportazione della democrazia, con le ragioni umanitarie e di ricostruzione civile.
Il no alla guerra deve continuare ad essere netto e non negoziabile – «senza sé e senza ma» -perché l’opposizione alla guerra è un dato costitutivo e fondante del nostro Partito che non può essere certo relativizzato con il fatto di aver assunto responsabilità di Governo.
In ragione di tutto questo, e in rigoroso rispetto dell’articolo 11 della nostra Costituzione, l’Italia non può e non deve partecipare a quella missione.
Il Prc non può che ribadire la propria coerente posizione, assunta negli ultimi cinque anni, e che chiede il ritiro dei soldati italiani dall’Afghanistan. Per questo Rifondazione comunista non può votare il rifinanziamento di quella missione.
L’Unione e il governo Prodi dovrebbero prendere atto di questa posizione limpida e operare per un’inversione di rotta delle proprie priorità e linee strategiche in sintonia con quell’articolo 11 della Costituzione, inscritto nel programma di governo e che ribadisce con chiarezza che l’Italia ripudia la guerra.
L’Assemblea degli iscritti dei Giovani Comunisti di Massa Carrara