Amnistia, ultima occasione Pannella attacca Casini

Dopo la marcia di Natale tocca alla politica prendere posizione. Alle 9.30 di questa mattina l’aula di Montecitorio si riunisce in seduta straordinaria al fine di permettere ai gruppi parlamentari di esprimere il proprio orientamento su amnistia e indulto. Le firme per un dibattito urgente alla Camera erano state raccolte da Roberto Giachetti (Margherita): 208 (su 204 utili) i deputati che hanno firmato (tra i quali 55 dielle, 46 diesse, 40 azzurri, 6 Udc e soltanto 2 di An). Ma ci saranno i numeri per mettere in calendario un provvedimento di clemenza (l’ultimo risale a 13 anni fa) prima della fine della legislatura?
L’apertura della camera – il 27 dicembre – nel pieno della pausa natalizia – potrebbe lasciare molte poltrone vuote tra i banchi di entrambi gli schieramenti. E poi c’è il boicottaggio della Cdl. Marco Pannella, il leader radicale che ha fatto di recente an-
che uno sciopero della fame per sensibilizzare sul tema del sovraffollamento delle carceri, lo sa bene. Tant’è che ieri ha attaccato: «Casini è malizioso e anche disonesto. L’inquilino di Montecitorio – sottolinea – anticipando di un giorno la seduta straordinaria spera che il dibattito sull’amnistia si risolva in una ennesima buffonata! Ha dato persino poco valore alla norma costituzionale secondo la quale quando si riunisce in via straordinaria una Camera è convocata di diritto anche l’altra». E annuncia: «I Radicali stanno preparando un dossier sul presidente della Camera». Il quel rapporto – assicurano da Largo Argentina – verrà dimostrato come «Casini usi i propri poteri discrezionali per colpire il prestigio del Parlamento e ostacolare chi è stato eletto per fare il proprio dovere».
L’appello è alla mobilitazione e alla responsabilità. Sulla scia anche dell’invito alla clemenza invocato tre anni fa da Papa Giovanni Paolo II che rimase però inascoltato. Le carceri italiane scoppiano e per «onorare» e sostenere il dibattito alla Camera i Radicali e la Rosa nel Pugno saranno in piazza Montecitorio in sit-in dalle 9. Mentre associazioni di detenuti e cittadini comuni «occuperanno» tutti i banchi dell’aula riservati al pubblico. E non finisce qui: anche Vittorio Sgarbi promette un «j’accuse» al Parlamento sui 60 bambini in cella insieme con le loro mamme detenute. Un presidio a Montecitorio fin dalle 8 di mattina insieme con il movimento Diritti civili di Corbelli. Una protesta che proseguirà fin dentro l’aula della Camera.
Per arrivare ad un provvedimento di clemenza è necessaria una maggioranza qualificata di due terzi. I tempi però sono stretti, visto che il premier Silvio Berlusconi ha indicato per la fine di gennaio lo scioglimento delle Camere. Alleanza Nazionale e la Lega si sono giù dette contrarie. Il ministro della giustizia, il leghista Roberto Castelli, è per la costruzione di nuove carceri. Maurizio Gasparri ha ribadito ancora ieri il «no» del partito di via della Scrofa: «Spero che questa seduta metta la parola fine alla vicenda. Non è tempo di colpi di spugna ma di certezza della pena». Più esplicito il collega di governo Carlo Giovanardi (Udc): «Non sarò in aula, tanto sentiremo solo chiacchiere». Divisa anche l’Unione: Ds e Margherita (pur con qualche distinguo) sono favoreli ad un provvedimento parlamentare. Per l’Udeur di Clemente Mastella non c’è tempo per legiferare. Ed è pericoloso, a fine legislatura, suscitare ancora aspettative e speranze che potrebbero essere disattese. Il Verde Alfonso Pecoraro Scanio denuncia: «La Cdl vuole boicottare un atto di clemenza per i più deboli. Chiediamo che questa legislatura, dopo tante leggi ad personam, si chiuda con un vero provvedimento». Per Marco Rizzo dei Comunisti Italiani «manca la volontà politica vera di dare risposte serie e concrete a migliaia di persone detenute». Luciano Violante, presidente dei deputati Ds, ribadisce la sua contrarietà all’amnistia e al dibattito odierno: «Si discuterà senza decidere nulla. Sarà chiaro a quel punto che l’amnistia non si potrà fare, perché amnistia e indulto sono provvedimenti non contingentabili».
Favorevole all’amnistia Massimo D’Alema, presidente della Quercia, che ha partecipato alla marcia di Natale.
Interviene nel dibattito anche l’associazione culturale «Papillon-Rebibbia»: «Noi detenuti non ci facciamo illusioni, ma nessuno speri che ci faremo seppellire vivi, restando in silenzio. L’amnistia deve essere ampia e includere reati con una pena massima di 6 anni. L’indulto, invece, deve riguardare tutti i detenuti senza esclusioni». Mentre Carlo Taormina, vice presidente dei deputati di Forza Italia, avanza una proposta di mediazione: «Sia l’amnistia che l’indulto – dice – possono essere condizionati per cinque anni alla non commissione di altri reati».