Giorgio Amendola è stato «un grande italiano», un «protagonista della storia del nostro Paese», «un uomo straordinario che ci ha lasciato una storia straordinaria». Lo ha detto Fausto Bertinotti nel suo intervento alla cerimonia organizzata dalla Fondazione Camera dei deputati a Montecitorio per il centenario della nascita di Amendola cui ha preso parte, tra gli altri, anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Era un «uomo di parte», «di battaglia e non di mediazione. Un comunista forte e determinato che ha sempre difeso la centralità dell’Unione sovietica», che ha lasciato come lezione «quella di una idea alta della politica, una scelta di vita e una idea della politica forte», ha sottolineato il presidente della Camera. Amendola è stato «uomo di lotta politica» capace di perseguire la «nettezza dello scontro politico con gli avversari ma anche all’interno del suo stesso partito» con «la ricerca dell’unità come valore fondamentale per le masse popolari, per le sinistre e per il Paese». Quando si parla di Amendola, per Bertinotti, si parla di «un protagonista della costruzione della Repubblica italiana e della nuova Italia», di un antifascista che cercò anche di «capire come mai il fiascismo nacque e quali furono le sue radici». Il lascito del dirigente comunista, per Bertinotti, è «duplice: la stella dell’unità del popolo con la radicalità della ricerca della verità».