Altri due arrestati per i fatti dell’11 marzo

Prepariamoci al peggio. Il clima è quello che è, per cui forse non c’è da stupirsi se in galera, da quasi due mesi, ci sono 25 ragazze e ragazzi incensurati che, nella peggiore delle ipotesi, hanno spaccato tre vetrine e incendiato due automobili. E non si fa, lo ripetiamo per non generare malintesi. Ma due mesi di carcere cautelare per reati simili sono già una pena durissima. Stiamo parlando dei «pericolosi criminali» – così si esprime il gip Mariolina Panasiti – che l’11 marzo, in corso Buenos Aires, hanno inscenato la penosa guerriglia urbana per contestare la parata nazifascista della Fiamma Tricolore.

Ieri, su richiesta del pm Piero Basilone, sono state arrestate altre due persone. Sono Walter F., operaio di 43 anni, e Marta C., militante del centro sociale Orso di Milano. Il primo è ritenuto aderente ai Carc (Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo), Marta invece è un nome già noto, sempre per fatti penalmente poco rilevanti: è già stata in carcere perché coinvolta in una rissa su un treno con alcuni suoi compagni che avevano cacciato due naziskin. Quanto basta per permettere agli inquirenti di spingere l’impianto accusatorio. E dire che, dopo l’11 marzo, era già stata arrestata e rilasciata dal giudice. Prove? Nessuna. E poi, spiega l’avvocato Mirko Mazzali, non si capisce la necessità della nuova custodia cautelare, considerando che era libera da due mesi e che non ha reiterato alcun reato. Mazzali parla di capro espiatorio.

«Dicono di avere un fotogramma che la riprende con in mano un bastone – spiega – ma anche ammesso che fosse lei, ed è da dimostrare, non basta questo elemento per dover rispondere di tutto quanto è accaduto a Milano. Siamo fuori da ogni logica. Se stanno cercando dei capri espiatori, lo dicano. Ci sono persone incensurate che sono in carcere da due mesi, è pazzesco. Il gip non solo non scarcera chi deve scarcerare, ma riarresta chi ha già scarcerato, in poche parole dimostra di sbagliare due volte». Ma la foga inquisitoriale del gip non ammette eccezioni. Anche i due nuovi arrestati, si legge nella nuova ordinanza di custodia cautelare, «sono stati colti con il volto in parte travisato, entrambi ad immediato ridosso delle barricate date alle fiamme». Sarebbero anche stati ripresi dalla telecamere «mentre impugnano dei bastoni». Che uso ne abbiano fatto non interessa al giudice, «indipendetemente dalla individuazione dei colpi che ciascuno degli indagati può aver vibrato effettivamente attingendo taluni dei carabinieri ovvero dei poliziotti, gli indagati si sono posti coscientemente e volontariamente a coadiuvare, con le armi improprie con le quali sono stati ritratti, le azioni degli altri manifestanti».

E’ istruttivo leggere le pagine vergate dal gip Panasiti per confezionare il piccolo teorema. Anche laddove si fa prendere la mano. Come quando, per descrivere le attitudini di una ragazza di vent’anni, non Al Zarkawi, dice «ha un assoluto disprezzo della vita umana». Si capisce che per soggetti simili non c’è che la galera, visto che «i percorsi criminali degli indagati non lasciano ragionevolmente confidare nelle capacità di autocontrollo che allo stato appaiono del tutto assenti». Non si autocontrollano. Ma sbagliare è umano. Anche per la Panasiti, che pochi giorni dopo gli scontri si è vista sfilare dalle mani 11 convalide di arresto in flagranza su 19. Si era sbagliata, ricorda l’avvocato, e così si sono fatti alcuni giorni di galera due ragazzini che erano andati a comprare i fumetti e qualche ragazzina che era uscita da scuola.

Sul sito http://www.inventati.org/dovevadoevado si possono trovare tutti i documenti per sostenere gli arrestati.