Si è chiusa con un bilancio molto positivo la giornata di scioperi indetta per la giornata di ieri in Alitalia. Le due astensioni dal lavoro degli assistenti di volo del Sult (24 ore), da un lato, e quella di tutto il personale sia di terra che navigante aderente a Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl e Up (dalle 10 alle 18), dall’altro, hanno avuto contraccolpi sull’operativo dell’aviolinea decisamente superiori rispetto a quelli previsti. I sindacati riferiscono di 200 voli cancellati, ben oltre il 60% dei collegamenti escludendo quelli garantiti, mentre l’azienda alle 13 parlava di 109 cancellazioni, «alcune per cause tecniche e avverse condizioni meteo». Schermaglie a parte, è certo che la soppressione di voli è stata superiore rispetto ai 74 annunciati due giorni fa dalla compagnia. La mobilitazione dei lavoratori è continua con le assemblee, che si sono protratte per tutta la notte e proseguiranno fino alle 16 di oggi. Nel frattempo, il ministro per le infrastrutture e i trasporti, Pietro Lunardi, ha annunciato di aver chiesto l’avvio della procedura sanzionatoria nei confronti dei sindacati «ribelli». Dopo settimane all’insegna di un crescendo di tensione, la giornata di ieri segna una rottura molto forte tra i sindacati e il management aziendale. Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl e Up hanno infatti confermato lo stop nonostante l’ordinanza di differimento da parte del ministro Lunardi. La vertenza si gioca soprattutto sulla delicata partita dell’assetto industriale del gruppo, e i sindacati sono pronti a uno «scontro finale»: «Ancora una volta le lavoratrici e i lavoratori di Alitalia stanno scioperando per denunciare la gravissima situazione nella quale si trova l’azienda per responsabilità di un management che non risponde in modo adeguato allo sforzo compiuto per ricapitalizzare e salvare la compagnia -accusa Nicoletta Rocchi, segretario confederale Cgil, che sollecita una convocazione da Palazzo Chigi – I sacrifici dei lavoratori rischiano di essere vanificati dall’incapacità dell’Alitalia di affrontare “il male oscuro” che l’affligge, che la vede scivolare più in basso nella competizione internazionale, perdere quote di mercato, continuare a lavorare in perdita e che, se non si invertirà la tendenza, fagociterà in breve tempo il nuovo apporto di capitale».
Pesanti critiche arrivano anche dal Sult che non risparmia però stoccate polemiche nei confronti delle altre organizzazioni sindacali, responsabili di aver firmato gli accordi di Palazzo Chigi e ora costretti a riconoscere di avere sbagliato. «Ciò che conta – sottolinea comunque il Sult – è che anche le altre organizzazioni abbiano preso atto di aver sottoscritto con governo e azienda un accordo che è sbagliato e sta producendo effetti spaventosi per le sorti dell’azienda e per i lavoratori. Che abbiano poi compreso che senza il Sult non riusciranno a fronteggiare una situazione che si fa sempre più difficile».