Al Watan accusa l’esercito Usa di espiantare organi dai prigionieri e dalle vittime irachene

Il quotidiano saudita “Al Watan”, in un articolo di Fakhriya Ahmade, e il quotidiano iraniano “Jomhouri-ye Islami” [1] rivelano che alcuni rapporti militari segreti accusano l’esercito statunitense di stanza in Iraq di vendere organi umani espiantati dagli insorti iracheni uccisi durante le operazioni anti-guerriglia.

Pubblichiamo ampi stralci dei reportages [2]

“Rapporti segreti dell’intelligence militare europea mostrano che la missione umanitaria americana in Iraq si è trasformata in un redditizio commercio, sul mercato americano, attraverso l’espianto di organi umani da cadaveri e da feriti, prima che siano messi a morte, per la vendita a centri medici negli Stati Uniti”.

“Una squadra segreta di medici americani segue le truppe durante gli attacchi ad armati iracheni per garantire rapidi interventi per estrarre alcuni organi e trasferirli a sale operatorie private prima che vengano trasportati in America per essere messi in vendita”.

“I rapporti confermano il ritrovamento di decine di cadaveri mutilati o parti mancanti di cadaveri: se ne trovarono alcuni senza testa. Il comando militare americano non ha saputo offrire spiegazioni per lo sconcerto per le parti mancanti, e ha avanzato l’ipotesi che ciò sia dovuto alla penetrazione di proiettili nelle parti mancanti. Scuse insostenibili dal punto di vista medico”.

“I rapporti hanno confermato anche che i corpi venivano deliberatamente bruciati per nascondere il crimine dell’espianto di organi. E inoltre indicano che le squadre mediche americane hanno compiuto passi concreti e sospetti in Iraq per reclutare degli iracheni che li portassero dove c’erano morti e feriti gravi per procedere all’espianto di organi. Queste squadre offrono 40 dollari per ogni rene utilizzabile e 25 dollari per un occhio”.

“I rapporti confermano il ritrovamento di corpi mutilati a Falluja e indicano che i cadaveri vengono resi sterili in furgoni speciali per prevenire il diffondersi della peste fino a che i corpi non vengano seppelliti dai parenti. I rapporti hanno indicato che su un certo numero di prigionieri uccisi ad Abu Ghraib e in altre prigioni vennero eseguiti interventi per estrarne organi. Dopo queste mutilazioni ci si sbarazzava dei corpi che venivano abbandonati lontano dalla prigione per nascondere i fatti”.

“I rapporti hanno rivelato che le forze americane limitavano a forza l’accesso ai mezzi di informazione per impedire loro di avvicinarsi alla scena e di registrare gli eventi. Ma i congiunti degli iracheni li conoscono bene questi fatti”.

“I rapporti hanno anche indicato che le forze militari degli alleati europei hanno notato che mancavano organi nei cadaveri di cui si occupavano gli americani e ne hanno riferito agli alti comandi: questi a loro volta hanno dato loro istruzioni di mantenere il silenzio su questo punto e di evitare di parlarne data la sua gravità, mentre gli alti comandi militari e di intelligence hanno scritto rapporti segreti su quanto veniva rilevato dalle loro forze e li hanno inviati ai ministri europei della difesa per loro informazione”.

Note
[1] Jomhouri-ye Islami (Iran), 19 dicembre 2004. http://wwwjomhourieslami.com/1383/13830929/index.html.
[2] Al Watan (Arabia Saudita), 18 dicembre 2004.