Ai vip il primo aereo dell’Arma

«Più mezzi per i nostri uomini» si dice in questi giorni pensando alla guerra che prende fuoco ad Herat. E giù applausi anche a sinistra. Peccato però che poi, quando i mezzi si comprano, magari a caro prezzo, spesso vengano dirottati dal nobile uso di «difendere la patria» a quello più prosaico di portare in giro qualche vip o plurigraduato delle Forze armate.
L’ultimo caso è datato 14 dicembre 2006. Dopo anni passati a lamentarsi del fatto che nonostante la riforma che li ha resi la quarta forza armata i Carabinieri avevano solo elicotteri, finalmente gli uomini dell’Arma vedono arrivare all’aeroporto di Pratica di mare il primo vero e proprio aereo della novella flotta. Il velivolo è stato acquistato dal ministero degli Interni per otto milioni di euro, con l’obiettivo di fornire un mezzo idoneo a «pattugliare le coste». Eppure, poche ore dopo l’arrivo, dall’aereo fresco di hangar è stata smontata la telecamera installata per presidiare la penisola dall’arrivo dei clandestini. E un mese fa all’interno del velivolo è arrivato un comodo salottino in pelle bianca che ha il considerevole difetto di rendere impossibile l’uso per cui l’aereo era stato comprato.
Il contratto che mostriamo in questa pagina spiega con solare semplicità che il ministero della Difesa all’epoca del governo Berlusconi ha comprato dalla Piaggio aereo industries Spa due velivoli, uno per i carabinieri e l’altro per la polizia, perché una parte dei finanziamenti stanziati «nell’ambito del “Progetto integrato di sicurezza per le regioni dell’obiettivo 1 (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia ndr) e per l’Abruzzo e il Molise”» erano destinati «al Dipartimento della pubblica sicurezza per la realizzazione del piano di interventi finalizzati alla riduzione del livello di permeabilità delle frontiere e al potenziamento del controllo del territorio». La scelta è chiara: «Acquisto di n. 2 velivoli ad ala fissa da destinare alla polizia di stato ed all’arma dei carabinieri per il successivo impiego nell’opera di contrasto del fenomeno migratorio». Nel prezzo del contratto, 16.128.000 di euro, sono comprese le telecamere «Flir tv» (Forward looking infrared) e i corsi di addestramento per piloti.
Per i carabinieri il passaggio ai velivoli «ad ala fissa» è un po’ un giro di boa, ne parla persino l’Espresso in un piccolo articolo dell’8 giugno 2006, che accompagna un reportage per buona parte dedicato ai guai che i p180 hanno creato allo stato italiano negli scorsi anni: «I voli vip? – dice il testo evidenziando quanto e come i Carabinieri annuncino la propria distanza dal passato altrui – Non sono previsti. Ma si conta sul p180 per collegare i comandi dell’Arma sparsi nei Balcani, in Macedonia, Kosovo e Bosnia». Dopo il rapido intervento dei tecnici Piaggio all’aeroporto di Pratica di mare, il p180 dell’Arma ha avuto giusto il tempo di fare un paio di voli per trasporto passeggeri. Poi, il 20 febbraio, è stato restituito alla ditta Piaggio: una decina di giorni di lavoro (extra contratto, ovviamente, e dunque pagati a parte) e il 5 marzo ecco che l’aereo torna con la «configurazione a bassa densità» in cui appunto, come spiega il manuale tecnico allegato al velivolo, «l’impianto Flir/tv non è imbarcabile». Per pilotare il p180 sono stati selezionati e spediti negli Stati uniti sei carabinieri e anche qui c’è qualcosa che non torna, visto che pare che nei prossimi giorni sarà indetto un nuovo concorso per formare a questo incarico anche una settima persona che godrebbe della fiducia del comando generale.
In ogni caso l’aereo in questione ha volato regolarmente e più volte e del compito originario di quel velivolo tutta l’Arma sembra aver perso memoria, tanto che sono gli stessi militari a pubblicare su siti amatoriali foto come quella che mostriamo, in cui si nota con chiarezza che la telecamera esterna che dovrebbe essere ben visibile (sembra una grossa palla bianca) nella parte posteriore dell’aereo non c’è.
In realtà, spiegano i tecnici che conoscono il mezzo, il p180 non è mai stato considerato l’aereo giusto per il pattugliamento delle coste. Perché da sempre il p180 è considerato la «Ferrari dei cieli» e perché per utilizzare correttamente la Flir/tv l’aereo deve scendere ad una velocità di 210 chilometri all’ora, cioè quasi al punto in cui stalla. Eppure l’amministrazione italiana continua a comprare la prestigiosa limousine alata. Quelli di Carabinieri e Polizia sono solo gli ultimi due di trentuno acquisti fatti nel corso degli anni un po’ da tutti. Dalla Protezione civile come dai Vigili del fuoco, dall’Aeronautica alla Marina fino alla Guardia di finanza. Anche quelli della Forestale e dei Vigili del fuoco avevano giustificato l’acquisto spiegando che il velivolo sarebbe stato usato per «vigilare sui boschi con apparati speciali», (come rispose il governo davanti ad alcune interrogazioni parlamentari). All’epoca, sui p180 le telecamere contro il fuoco non furono neppure montate.