Francoforte, Berlino, Ramstein: 437 volte la Cia ha utilizzato questi aeroporti – o semplicemente lo spazio aereo tedesco – per i suoi «voli fantasma» con sospetti terroristi. Il governo tedesco scrive oggi Der Spiegel – ha in mano la lista dettagliata dei movimenti, preparata dai controllori di volo in risposta a un’interpellanza parlamentare del nuovo partito di sinistra, il Linkspartei. Solo nel 2002 due aerei della Cia, intestati a compagnie private, hanno usato lo spazio aereo tedeco 137 volte; nel 2003, 146 volte. Che cosa sapevano i deputati tedeschi e l’allora ministro degli Interni Otto Scily di queste pratiche illegali? Secondo il Washington Post, un giorno del maggio 2004 l’allora ambasciatore Usa a Berlino Daniel R. Coats entrò dicretamente nell’ ufficio del ministro per informarlo di uno spiacevole errore della Cia: il rapimento e l’arresto per sospetto terrorismo, alla fine del 2003, di un cittadino tedesco di origine libanese. Che era appena stato rimpatriato per assenza di prove. Khaled el-Masri – con residenza a Ulm e passaporto tedesco – era stato arrestato in Macedonia nel 2003, sequestrato dalla Cia qualche mese dopo e, nel gennaio 2004,
portato in Afghanistan con un volo segreto. n suo nome era emerso più volte nelle indagini sui piloti dell’Il settembre addestrati in Germania: di qui l’accusa di terrorismo e gli interrogatori sotto tortura, la ricerca di prove. Che sono state così poco convincenti da indurre la Cia a riportare segretamente in Europa il prigioniero nel maggio 2004. Ecco dunque la ragione della visita imbarazzata dell’ambasciatore Usa al ministro tedesco e i successivi, altrettanto imbarazzati, silenzi del governo rossoverde.
Secondo Der Spiegel, al più tardi nel giugno 2004 anche il ministero degli Esteri era informato del sequestro, del rilascio e, dunque, dei metodi della Ciao I deputati sono stati informati invece all’inizio del 2005. Che cosa hanno fatto? n governo rossoverde non ha mai preso una posizione ufficiale, neppure quando l’avvocato di el-Masri ha chiesto spiegazioni. Secondo il Washington Post, la ragione è semplice: Scily – il più filoamericano del governo Schroeder – era stato pregato di non diffondere i dettagli a sua conoscenza. E così ha fatto.
Ora però – con lo scandalo più generale dei voli Cia – il caso el-Masri riemerge ancora più spinoso, perché aleggia l’accusa di connivenza: entro il prossimo 21 febbraio la Germania dovrà andare a Strasburgo a spiegare al Consiglio d’Europa che cosa è stato fatto dopo le informazioni di casi concreti di rapimenti illegali. Secondo il diritto internazionale, sono responsabili di infrazioni ai diritti dell’uomo anche i singoli Stati che non reagiscono. Il governo tedesco sta prendendo tempo e spera in una proroga. Intende infatti concordare una risposta con altri governi europei ugualmente coinvolti.
Non sarà dunque facile, la visita della Rice a Berlino. Né per lei – che ha promesso di rispondere alle domande del governo e affrontare una conferenza stampa – né per la cancelliera Merkel, che vorrebbe migliorare le relazioni con Washington e seppellire per sempre i contrasti legati alla guerra in Iraq, ma non può sottrarsi alla pressione per le operazioni segrete della Cia nei cieli tedeschi. Operazioni che potrebbero avere conseguenze molto più generali e rimettere in discussione la presenza stessa di truppe americane sul territorio tedesco. Gli Stati Uniti hanno a Raidstein, nella Renania Palatinato, la più grande base area al di fuori degli Stati Uniti: 35 mila soldati, seimila civili di supporto e un ospedale militare dove arrivano i feriti dell’Iraq e dell’Afghanistan. La cancelliera e il suo ministro degli Esteri – conclude Der Spiegel – nelle prossime ore cammineranno sui carboni ardenti.