da http://inter.kke.gr/IntAct/int-meet/euro-communst2011/czechia-en
Traduzione dall’inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Incontro dei Partiti Comunisti europei
Bruxelles 11-12/04/2011
Dal momento in cui è stata annunciata l’intenzione di vietare o sospendere l’attività del nostro Partito da parte dell’attuale governo di destra della Repubblica Ceca, la situazione ha avuto un ulteriore sviluppo.
Le preferenze elettorali per i partiti di governo sono in calo e si va profilando una lotta per il potere ed i voti dell’elettorato di destra. Questi partiti hanno fornito ai media notizie molto controverse, ognuno riguardo all’altro, cosa che nei paesi dove la democrazia parlamentare è rispettata avrebbe dovuto comportare le dimissioni di alcuni ministri o addirittura di tutto il governo. Il punto è che tali notizie sono collegate ai sospetti di corruzione e concussione dei parlamentari. Tuttavia, l’unica cosa sulla quale il governo raggiunge un accordo è sul mantenimento del potere, pertanto, nonostante questi attriti, non vi è alcuna minaccia di disintegrazione della coalizione di governo. In tali condizioni, qualsiasi giro di vite contro il Partito comunista sarebbe utile al governo per nascondere le sue traversie.
Fino ad ora, il governo non ha presentato alcuna proposta concreta di limitazione dell’attività del PCBM, tuttavia attraverso i media ha annunciato alcuni passaggi e in base a quanto dichiarato queste sono le intenzioni:
1. Un gruppo presso il Ministero dell’Interno ha iniziato le attività per portare al divieto del PCBM. Non abbiamo informazioni sul suo vero lavoro e intenzioni. Per il momento, qualche fuga di notizie – ovviamente da verificare – c’è stata: evidentemente una sorta di prova per testare la nostra risposta, l’opinione della magistratura e in generale quella dei cittadini, così come le possibili risposte provenienti dall’estero.
2. La prima di queste indiscrezioni è stata la notizia riguardante lo spionaggio sul lavoro del PCBM da parte dei Servizi di sicurezza (BIS). Tramite il suo presidente, Vojtech Filip, il Partito ha fatto sapere di non avere intenzione di cambiare in alcun modo il proprio lavoro, ed anche che non avrebbe abbandonato la sua critica al governo ma ulteriormente organizzato proteste e presentato le proprie controproposte al Parlamento, per opporsi alle riforme antipopolari del governo.
3. A causa di queste attività, è ovvio che le dichiarazioni pubbliche dei nostri funzionari e deputati siano sotto osservazione. Vojtech Filip, presidente del Comitato centrale del Partito, nel suo discorso durante la sessione di marzo del CC del PCBM, aveva sottolineato come sia impossibile rettificare le opionioni espresse dai funzionari del Partito sul passato, sul programma o su altri documenti del Partito, essendo passate. Egli ha sottolineato che gli interventi avrebbero dovuto essere ponderati e che, citando i vantaggi del passato regime, non era possibile trascurare gli errori, i processi politici ed altri fatti che si erano verificati. Oltre al fatto che qualsiasi valutazione di questo tipo sarebbe ingiusta, esprimendo solo una parziale verità, farebbe soprattutto buon gioco al governo nel suo intento di colpire il PCBM. Vojtech Filip suggerisce di indirizzare le nostre attività preferibilmente verso la difesa dei diritti del popolo dalle manovre del governo, argomento questo che interessa di più.
4. Un’altra fuga di notizie da ambienti del ministero riporta il tentativo di denunciare il PCBM. Questa posizione, che va fatta risalire al gruppo di lavoro del Ministero degli Interni cecoslovacco del tempo, sarebbe dedotta dall’idea che il Partito Comunista di Boemia e Moravia fu registrato nel 1990, prima che la Repubblica federativa cecoslovacca fosse divisa, come organizzazione unicamente regionale del Partito Comunista di Cecoslovacchia dell’epoca, e che la Legge sull’illegittimità del regime comunista potrebbe applicarsi contro il Partito comunista. Ecco perché la registrazione del Partito Comunista di Boemia e Moravia è stata immotivatamente invalidata. Tuttavia, poiché il Partito Comunista di Boemia e Moravia è stato fin da subito registrato come persona giuridica indipendente, tali notizie sono tutte false. Inoltre, il Partito Comunista di Boemia e Moravia ha più volte chiesto negli anni la certificazione come partito politico presso il Registro del Ministero degli Interni della Repubblica Ceca in base ad una legge in vigore sull’associazione in partiti politici e movimenti. L’ultimo di questi atti risale all’inizio di marzo 2011. Attraverso i media, il PCBM ha rimesso le cose in chiaro combattendo la disinformazione.
Segnali del clima generale, incoraggiato dall’orientamento del governo ceco, sono anche le minacce dirette dei gruppi di estrema destra nei confronti del Partito Comunista di Boemia e Moravia. Ad esempio, l’Ufficio stampa ceco ha richiamato l’attenzione sui siti web di alcuni gruppi neonazisti chiamati Sangue e Onore, dove si possono vedere, tra l’altro, le istruzioni su come lanciare una bomba contro il cancello della sede del Partito comunista da una macchina in corsa. Il fatto che sia stato individuato dai giornalisti e non dalla polizia della Repubblica ceca o dai servizi (BIS), che dovrebbero monitorare simili gruppi xenofobi e razzisti, è molto significativo. E invece loro spiano il nostro Partito.
Si può prevedere che analoghi tentativi del governo di attentare all’esistenza del Partito Comunista di Boemia e Moravia proseguiranno. Pertanto, il PCBM sta considerando alcuni passi giuridici, ed è pronto a chiedere ai propri partner stranieri e alle forze progressiste e democratiche del mondo un sostegno solidale.
5 Aprile 2011
Ufficio Stampa del Comitato Centrale del CPBM