Stampa e TV italiane, a cose fatte, comunicano ai cittadini l’avvenuta sistemazione d’altri uomini e mezzi militari a stelle e strisce nelle basi USA installate sui nostri territori.
Obiettivo dell’ulteriore militarizzazione è la creazione di alcuni nodi fondamentali della nuova rete di comando per l’intervento dell’esercito statunitense in Africa.
Il quartier generale di “Africom”, ora nella città tedesca di Stoccarda, vede la sua forza navale dislocata a Napoli e quella terrestre a Vicenza. I mass media italiani dimenticano però di dire che altre basi USA presenti in Italia sono e saranno interessate alla nuova proiezione bellica USA, come camp Darby per la logistica e Sigonella per lo spionaggio.
Le notizie più chiare sull’obiettivo militare di questo nuovo comando ci giungono, come sempre, dalla fonte principale: il Pentagono, che indica tra gli obiettivi del nuovo comando quello di “sviluppare tra i nostri partner africani la capacità di affrontare le sfide per la sicurezza dell’Africa”. Anche in questo caso, come da copione, l’infiltrazione militare sarà veicolata da aiuti “umanitari” alle popolazioni. Romano Prodi, eletto lo scorso settembre dall’ONU come “master peacekeeping” per l’Africa, avrà sicuramente buoni consigli da dispensare agli alleati d’oltre Oceano.
Nei fatti, l’obiettivo statunitense è quello di proteggere il flusso di petrolio che dall’Africa rifornisce per il 15% ( la percentuale salirà al 25% nel 2015) la propria comatosa economia nazionale, contrastando nello stesso tempo l’espansionismo cinese in quell’immenso e strategico continente.
Assoluto silenzio stampa invece sulle tante manifestazioni, conferenze, convegni e mobilitazioni nel continente africano contro il nuovo proposito colonialista statunitense. Sudafrica, Libia e Nigeria hanno detto no al Pentagono, seguiti da molti altri paesi dell’Unione Africana.
Il governo italiano supplisce al diniego dei paesi africani, e dopo le esternazioni razziste di Berlusconi su Barak Obama, le recenti prese di posizione a favore della Russia di Putin e Medvedev, si riallinea velocemente con la nuova leadership statunitense.
Le dichiarazioni del ministro degli Esteri italiano per giustificare questa nuova umiliante concessione all’esercito USA rasentano il ridicolo.
Nella conferenza stampa del 3 dicembre 2008 alla Farnesina – disertata dal Segretario di Stato USA Condoleeza Rice – Frattini dichiara che la concessione rientra negli accordi internazionali perché “si tratta di strutture di comando che operano nell’ambito del NATO”.
Niente di più falso! Africom, come tutti gli altri comandi con i quali il Pentagono ha diviso l’intero pianeta, sono sotto l’esclusivo controllo dell’esercito USA.
Dai Balcani all’Afghanistan, dal Libano all’Iraq il nostro paese è sempre più partecipe alle aggressioni colonialiste occidentali. Ora i nostri territori saranno un retroterra strategico anche per il tentativo statunitense di riconquista del continente africano.
La lotta contro le basi militari USA e NATO nel nostro paese deve riprendere con vigore, per contrastare un’escalation di guerra e morte che oggi sconvolge la vita di milioni d’esseri umani nei paesi attaccati, ma che presto si ritorcerà direttamente contro i nostri territori.
Trasformiamo la scadenza anti NATO indicata dal Forum sociale internazionale per il prossimo aprile 2009 (si legga l’appello su www.disarmiamoli.org ) in un ricco, articolato e determinato percorso di mobilitazioni contro il crescente militarismo colonialista occidentale.
Fonte: www.disarmiamoli.org