Afghanistan: record di vittime militari nel 2010

da http://www.rebelion.org/noticia.php?id=119565&titular=afganistán:-récord-de-víctimas-militares-en-2010-

Fonte: Ansalatina.com

Traduzione di l’Ernesto online

Brian Bowman è il soldato statunitense passato alla storia per essere stato, il 3 gennaio, il primo di una lunga serire di vittime che hanno trasformato il 2010, con 709 morti (a cui aggiungere anche il militare italiano ucciso il 31 dicembre, ndt), l’anno più cruento per le truppe delle Forze Internazionali di Assistenza alla Sicurezza (ISAF) in Afghanistan.

Mentre l’inverno è in fase avanzata, nelle montagne afghane l’attività militare, a differenza di passate occasioni, non è diminuita. I talebani, che non perdono occasione per ricordare ai media internazionali che un decennio di scontri non hanno deteriorato la loro forza, hanno lanciato l’ultimo giorno dell’anno due missili contro la base statunitense di Bagran, a un’ora di automobile da Kabul, che apparentemente non hanno causato vittime.

Ma ci sono molte vittime. Almeno 14 si sono registrate il 31 dicembre, e tra queste donne e bambini, dopo che una mina ha sbarrato la strada a un minibus che viaggiava nel distretto di Nahr-e-Saraj verso Sangin, quartier generale degli insorti nella provincia meridionale di Helmand.

Le statistiche rivelano che nel decennio trascorso da quando venne lanciata l’Operazione Libertà Duratura i caduti tra i soldati dell’ISAF sono cresciuti di anno in anno, passando da 21 negli ultimi quattro mesi del 2001 ai 131 del 2005, per raggiungere la cifra di 709 il 30 dicembre 2010.

Il picco delle vittime della coalizione internazionale, composta da 49 paesi, si è registrato in giugno che, con 103 morti, è stato in assoluto il mese più letale di tutta la campagna militare, seguito da luglio, con 88 vittime, e da agosto, con 79.

Il peso più grande è ricaduto sugli Stati Uniti, che hanno perso 497 uomini, mentre la Gran Bretagna ne ha persi 103. Anche il contingente italiano, che è arrivato in Afghanistan nel 2004, ha perso nel 2010 12 soldati (13 al 31 dicembre) sul campo.

Ammettendo che nel 2009 le vittime militari erano state molto meno – 521 secondo i calcoli del portale icasualties.org -, il portavoce dell’ISAF, generale Joseph Blotz, ha affermato che le previsioni per il 2011 non sono molto incoraggianti, e che ci saranno “più violenza” e “più scontri” prima che la situazione migliori.

Nel quartier generale delle forze internazionali a Kabul l’incremento della mortalità è stato giustificato con il maggior numero di soldati presenti in Afghanistan (150.000), soprattutto nel sud (Kandahar e Helmand), grazie all’arrivo degli ultimi 30.000 uomini inviati dagli Stati Uniti e al fatto che reparti misti afghani e internazionali sono dislocati, come mai era avvenuto prima, nei luoghi più difficili.

Un’inversione di tendenza, sostengono gli analisti, è necessaria, perché a partire da luglio 2011 comincerà il ritiro delle truppe statunitensi con un’operazione che dovrebbe concludersi nel 2014, quando la responsabilità della sicurezza dovrebbe passare dall’ISAF all’esercito e alla polizia afghani.

A questo quadro preoccupante vanno aggiunte le stime dell’ONU sulle vittime civili, in base alle quali nei primi dieci mesi dell’anno sono morti 2.400 uomini, donne e bambini. Del totale, il 67% viene attribuito ai talebani.

Un dato che gli insorti respingono perché – a loro avviso – è basato su “fonti non obiettive”.