Afghanistan: raid Nato a Helmand Ci sarebbero decine di morti civili

KANDAHAR – La guerra ai Taliban continua a fare vittime civili. Decine di afghani, compresi donne e bambini, sarebbero stati uccisi ieri in almeno due raid aerei dalla Nato nel sud dell’Afghanistan. Secondo quanto affermano fonti locali, le vittime sarebbero stati colpiti dal ‘fuoco amico’ durante violenti combattimenti con i ribelli nella provincia di Helmand. La notizia non è confermata né dalle forze alleate, né dal Ministero degli interni afgano, che tuttavia confermano la battaglia.

Strage di civili. A dare la notizia dei morti tra la popolazione sono una ventina di residenti nella zona di Helmand e due parlamentari locali: Wali Jan Sabri e Muallim Mriwali. “C’è stata una battaglia, e molte delle persone uccise sono rimaste vittime dei bombardamenti della Nato”, ha detto Sabri. È più precisa la ricostruzione di Mriwali: “Nella notte tra giovedì e venerdì i bombardamenti aerei hanno distrutto cinque case e 40 persone sono state uccise”. Sul numero preciso delle vittime però c’è notevole incertezza. Secondo i residenti le vittime sarebbero tra 50 e 60, mentre il capo del distretto di Girshk, Manaf Khan, afferma che le vittime sarebbero 28 e i feriti 8.

Nessuna conferma. Le notizie provenienti dal sud dell’Afghanistan non sono confermabili da fonti autonome e anche il Ministero degli interni Afgano per il momento tace. Le autorità non hanno informazioni utili né per smentire, né per confermare le vittime civili. “Stiamo verificando la situazione”, dichiara Zemarai Bashary, portavoce del Ministro. Un’altra fonte, vicina alle forze alleate, conferma le operazioni militari, ma nega che ci siano morti tra la popolazione. “Nel sud dell’Afghanistan sono incorso molte operazioni militari – ammette -. Stiamo indagando su queste notizie, ma non abbiamo ancora informazioni sulla presenza di vittime civili”.

La Nato. Anche un esponente delle forze armate britanniche smentisce che i raid abbiano fatto vittime civili. “Non abbiamo notizie che confermino morti tra la popolazione. Non ci sono persone trasportate in ospedale provenienti dalla zona di Girshk”, ha detto il tenente colonnello Charlie Mayo. L’ufficiale, però, non esclude che ci siano vittime tra i Taliban e che i guerriglieri possano essere confusi con la popolazione locale. “I Taliban non indossano uniformi – ha sottolineato -, quando rimangono uccisi figurano sempre come civili”.

Ostaggi sud-coreani. L’ultimatum per la salvezza dei 22 volontari sud-coreani sequestrati una settimana fa è stata per l’ennesima volta prorogata da parte dei Taliban. L’ultimo termine fissato dai rapitori sarebbe dovuto scadere a mezzogiorno di oggi ora locale, le 9 e mezza del mattino in Italia, ma è stato posposto fino alle 16,30, le 14 italiane. I guerriglieri minacciano di uccidere gli ostaggi se il governo di Kabul non scarcererà alcuni loro compagni detenuti.La ‘Yonhap’, l’agenzia di stampa di Seul, cita uno dei principali portavoce dei guerriglieri, Qari Yousuf Ahmadi, e lancia l’allarme. Questa volta, almeno sulla carta, la scadenza non sarà più prorogata e, in caso di mancato accoglimento delle richieste dei Taliban, i prigionieri saranno uccisi tutti. Intanto è arrivato in Afghanistan Baek Jong-Chun, l’inviato speciale incaricato dalle autorità della Corea del Sud di coordinare i negoziati e ogni altra iniziativa per ottenere il rilascio dei connazionali tuttora nelle mani degli studenti coranici