Ancora feriti gravi tra i militari italiani in Afghanistan. Ancora attentati, violenze, disordini in un paese in cui cambiano le strategie militari, cambiano i comandanti, ma la situazione non accenna a migliorare. L’occupazione dell’Afghanistan continua da 10 anni. Sono morti quasi 10.000 militari e 30.000 sono gli afghani uccisi dalla guerra.
Al netto del servile atlantismo dell’Italia, davvero non si comprendono le ragioni per cui il nostro Paese debba continuare a stare in Afghanistan a spendere centinaia di milioni di euro e a mettere a rischio la vita dei nostri giovani soldati in palese violazione della Costituzione.
È da tempo, ormai, che si invoca una exit-strategy che non si concretizza mai.
Non c’è altra soluzione a quella del ritiro dei nostri militari dall’Afghanistan. Per quanto tempo ancora dovremo ripeterlo? Quanti morti ancora ci dovranno essere? C’è almeno qualcuno che ha il coraggio di spiegare le vere ragioni della nostra permanenza? O vogliamo continuare a raccontare agli italiani le favolette dell’esportazione della democrazia e della lotta al terrorismo internazionale?
Il ministro La Russa è perfino disgustoso nel suo bellicismo, in Afghanistan come in Libia. La Lega Nord è un cane che abbaia, ma che non morde mai. Ci dicano con chiarezza che il modello per la Libia è quello usato da Petraeus prima in Iraq e poi in Afghanistan. Ci dicano con onestà che senza decennali occupazioni militari l’occidente perderebbe istantaneamente il controllo di quei territori. E che il silenzio calato sulla guerra in Libia prelude all’applicazione anche lì dello schema dell’invasione permanente. Altro che scadenza certa dei bombardamenti.