AFGHANISTAN: INTERPELLANZA COSSIGA AL SENATO, DECLINARE COMANDO ISAF

Il presidente emerito della Repubblica ha presentato un’interpellanza diretta al presidente del Consiglio e ai ministri degli Esteri e della Difesa per sapere «se non ritengano opportuno declinare il comando dell’unità militari dell’Isaf dato che, a parte il contingente italiano, le restanti unità di altri Paesi (Stati Uniti, Regno Unito, Repubblica Federale Tedesca, Repubblica di Polonia) sono rimaste in quel teatro in operazioni non soltanto ‘di militarì, ma ‘militarì, per i talebani e contro il terrorismo, mentre le unità italiane non sono ‘unità militarì, ma soltanto ‘di militarì, impiegate in operazioni di pace, nello svolgimento di una delle quali è valorosamente caduto un militare disarmato, ed anche a motivo della mancanza di adeguate misure difensive e di intelligence sul campo, vietate al nostro contingente dai ‘caveat’, e cioè dalla proibizione di compiere determinate operazioni e di adottare determinate misure che sarebbero invece comprese nel mandato generale». «Infatti -prosegue Cossiga- il nostro Paese, tramite il comando a noi affidato e che usualmente non è limitato da ‘caveat’, si troverebbe a guidare vere e proprie operazioni di guerra, con ricadute sulla sicurezza dei nostri militari, contro cui, nonostante siano per mandato del governo, ‘soldati di pacè, con il compito di distribuire viveri e medicine, aggiustare linee elettriche e acquedotti, assistere sanitariamente la popolazione locale, ma non nel caso si tratti di militari e poliziotti afghani e anche se si tratti di gente comune, ma colpiti dalle forze della Gloriosa Resistenza Talebana – di cui il nostro Governo chiede la presenza al tavolo delle trattative di pace – e da quelle del Grande e Potente Movimento di Rinascita Islamica, guidato da Osama Bin Laden, ‘che Iddio onnipotente e misericordioso protegga lui e i suoi fratelli nell’Islam’». «Unità militari -sottolinea l’ex Capo dello Stato- cui è interdetto l’uso di armi da fuoco, salvo che in caso di aggressioni, e soltanto se ragionevolmente vi sia il pericolo non di vedere mezzi distrutti, ma militari, non solo feriti, ma anche uccisi, dato che il Governo considera la distruzione di mezzi e il ferimento di militari un prezzo che si possa e si debba pagare per preservare la nostra posizione di »non belligeranza« verso i talebani e Al Qaeda». «E ciò, salvo nel caso che mediante appropriati contatti di cui potrebbero essere incaricati il medico Dott. Strada, esponente di Emergency, e il Dott. Mastrogiacomo, giornalista del gruppo De Benedetti, non si possa concludere con i talebani e Al Qaeda un accordo segreto con il quale -conclude Francesco Cossiga- l’Italia si impegni a esercitare il comando limitando al massimo operazioni di carattere militare e promettendo rifugio, assistenza e protezione alla Resistenza Talebana e ai combattenti del Grande e Potente Movimento di Rinascita Islamica, Al Qaeda».