Afghani spariti, Strada all’attacco

Aspettavano la telefonata. Aspettavano che Prodi chiamasse Karzai, che il premier italiano dicesse a quello afghano: «Fate riapparire il manager di Emergency Rahmatullah, fate riapparire l’interprete Adjimal». La telefonata non è stata fatta. E il rapimento di Daniele Mastrogiacomo rifiuta di chiudersi: l’italiano è in salvo, i due afghani sono desaparecidos (il corpo del terzo, l’autista Sayed Agha, è stato reso ieri alla famiglia).
Nell’occhio del ciclone dopo il sequestro del reporter italiano (a Emergency viene attribuita la responsabilità della liberazione di alcuni talebani e la pretesa di aver estromesso lo stato dalle trattative), l’organizzazione umanitaria di Gino Strada ha deciso di passare al contrattacco. Con una lettera a Repubblica e varie interviste, ieri Strada ha precisato che il suo intervento è stato espressamente richiesto dal direttore di Repubblica Mauro e dal ministro degli esteri D’Alema. Secondo Strada, solo grazie agli appelli del manager di Emergency a Lashkargah, Rahmatullah, la trattativa per Mastrogiacomo ha potuto concludersi con la liberazione del reporter. E adesso, con Mastrogiacomo a casa, a Rahmatullah (e ad Emergency) serve una mano. Che però non arriva.
In serata, Gino Strada si è collegato con lo studio televisivo di Fabio Fazio. E da Che tempo che fa il chirurgo attacca: «Abbiamo salvato una vita, non me ne pento, adesso Emergency rischia grosso perché alcuni irresponsabili (un riferimento a Cossiga, ndr) dicono che siamo amici dei terroristi, aiutateci a far liberare Rahmatullah prigioniero dei servizi afghani». Ma Emergency si aiuterà anche da sola: l’organizzazione ha allertato i suoi 350 circoli territoriali in Italia. Se non arriva un segnale per il manager in mano ai servizi (e per l’interprete di cui non si sa neppure con certezza chi lo tenga prigioniero) le bandiere di Emergency potrebbero andare a sventolare davanti a comuni, prefetture e palazzi vari. Lo slogan? Forse quello sul rifinanziamento della missione in Afghanistan adottato da Maso Notarianni – il direttore dell’agenzia Peacereporter, costola di Emergency – in un dibattito su Radio Popolare: «Come è possibile votare un provvedimento a favore di un governo, quello afghano, che pratica la desaparicion?» Per una maggioranza tenuta in vita da un pugno di voti, anche l’ira di Emergency potrebbe essere fatale.