Affitti boom nelle grandi città Roma guida i rialzi: più 12%

Le case in affitto si trovano, il problema semmai è trovare i soldi per pagare il canone. Ce ne vogliono infatti sempre di più. Mentre l´inflazione è cresciuta in un anno del 2,1 per cento, gli affitti hanno galoppato tra giugno 2005 e giugno 2006 al ritmo dell´8,7. Ma non dappertutto. A Roma, la città più cara in assoluto i canoni di locazione sono cresciuti del 12 per cento, dell´11 a Milano, del 10 a Venezia e Firenze. Gli aumenti più contenuti sono stati registrati invece a Torino con il 6,5 per cento e a Bari e Catania, con il 6. Ma anche in questi casi si viaggia intorno a tre volte il tasso di inflazione. Bologna e Napoli con un più 8 per cento e Genova e Palermo (+7%) si collocano a un livello medio. È stato il Sunia, il sindacato degli inquilini, a calcolare il caro affitti nelle grandi aree metropolitane e i risultati non sono certo confortanti. Per abitare 80 metri quadrati all´estrema periferia di Bari ci vogliono circa 500 euro. A Milano per lo stesso locale in centro città ne bastano a malapena 2000.
Ma quanto incide sul reddito di una persona l´affitto di una casa da 80 metri quadri in periferia? Il Sunia ha calcolato anche questo. Due le classi di reddito prese in considerazione, 15 e 30 mila euro l´anno. Chi vive con 15 mila euro, dovrà impegnare tra il 40 e l´80 per cento dell´intero reddito per abitare una casa di 80 metri quadrati in periferia. La percentuale, più o meno alta, dipende dalla città dove si vive. Se la casa è a Bari l´affittuario potrà cavarsela impiegando il 40 per cento del reddito, a Genova gliene servirà il 45 per cento e il 48 per cento a Palermo. Ma a Roma dovrà rinunciare: il 74 per cento del reddito se ne andrebbe nel canone di locazione. Come farà a pagare tutto il resto? Va meglio chiaramente a chi può contare su un reddito pari a 30mila euro. L´incidenza dell´affitto sulle sue entrate è tra il 20 per cento a Bari e il 40 per cento a Firenze e Milano, con in mezzo il 37 per cento di Roma e il 35 per cento di Bologna.
È vero che gli italiani sono un popolo di proprietari, che negli ultimi anni c´è stata la corsa al mutuo per l´acquisto della prima casa, ma il popolo degli affittuari non è scomparso. Ci sono 15 milioni di persone senza casa. E per lo più si concentrano nelle città, proprio là dove i canoni sono alti. Tra le aree metropolitane, c´è Napoli in testa, con la quota di abitazioni in affitto pari al 36 per cento, mentre al di sopra della media nazionale del 20 per cento ci sono Torino (con il 26,27%), Milano (24,8%), Palermo 24,7 (%), Roma (24,5%), Bari e Bologna (23%). Tra le regioni dove il numero degli affittuari è più elevato c´è in testa la Campania col 27,6 per cento, il Piemonte (24,2%), la Liguria (23,8%) e la Valle d´Aosta (23,3%). Superiore alla media nazionale anche Lombardia e Trentino Alto Adige con il 21,7 e 21,6 per cento.
«Sono dati preoccupanti – spiega Luigi Pallotta, segretario generale del Sindacato degli inquilini – perché confermano una forte pressione sui redditi delle famiglie in affitto, con la progressiva esclusione dei redditi bassi dal mercato». L´ultima Finanziaria, secondo Pallotta non ha fatto gran che per risolvere la questione abitativa. «Ora – afferma il segretario del Sunia – ci aspettiamo che il governo avvii politiche abitative forti e serie con l´obiettivo minimo di calmierare gli affitti».